Il presidente di Assologistica: "Servono regole, non sprangate"

Le tensioni nel Lodigiano, il sindacalista morto nel Novarese e il futuro di un settore in forte crescita: le prospettive nelle parole di Umberto Ruggerone

Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica

Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica

La guerriglia e i feriti a Tavazzano, nel Lodigiano. La morte di un sindacalista travolto da un camion durante un presidio a Biandrate, nel Novarese. È alta tensione tra i lavoratori della logistica contro il contratto firmato dai sindacati confederali che prevede un rinnovo della parte economica con 104 euro in 4 anni, di cui 15 euro in arrivo a ottobre. Gli esponenti del SiCobas non ci stanno e alimentano la protesta chiedendo «aumenti salariali adeguati, con meno ore di lavoro a parità di salario». Clima rovente che un paio di settimane fa ha portato agli scontri in provincia di Lodi, con bastonate e feriti ai cancelli della Zampieri Holding, magazzino di logistica a Tavazzano con Villavesco. Protagonisti, un gruppo di lavoratori Fedex-Tnt di Piacenza licenziati. Ma la tragedia si è consumata nel Novarese: Adil Belakhdim, coordinatore dei SiCobas di Novara, è morto investito da un camion che ha forzato un blocco degli autonomi davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate. 

Milano -  "Da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria il settore della logistica ha reagito in tempi rapidi, con flessibilità operativa e strategica. Il Governo ha detto che abbiamo tenuto in piedi il Paese. È successo solo pochi mesi fa, eppure adesso siamo diventati dei padroni che sfruttano i lavoratori?". Umberto Ruggerone, appena eletto presidente di Assologistica, non lo rivendica, ma lo ricorda. Soprattutto dopo le tensioni e le violenze delle ultime settimane. La miccia, la firma del rinnovo della parte economica del contratto.

Presidente quale è la situazione? "Tre ore dopo essere stato nominato presidente ho scitto una lettera al ministro del Lavoro, Andrea Orlando chiedendo un incontro perché i nostri associati ci avevano segnalato che il clima stava cambiando. In peggio. Avevano colto dei segnali inquietanti. Poi è successo quello che abbiamo visto e letto tutti. Ed è successo dopo la firma del contratto nazionale della logistica, sottoscritto da 24 sigle sindacali. È il secondo contratto nazionale per numero di dipendenti, un successo aver trovato un accordo. Da un punto di vista sindacale la situazione avrebbe dovuto tendere al sereno, invece con la firma è degenerata".

Cosa è mancato, o cosa sarebbe servito per evitarlo? "Regole. Servono precise regole di ingaggio. Se qualcosa non va si inizia una vertenza, nel caso si proclama lo stato di agitazione, uno sciopero, ma poi ci si siede attorno a un tavolo e si tratta. Non possiamo tollerare che si risolvano le vertenze a sprangate, con la violenza e i picchetti. Peraltro nel Decreto sicurezza 1 c’è una norma che abbiamo fortemente voluto e che classifica come reato il blocco stradale. Si torna alle regole. Sono l’unica strada percorribile. Oltretutto, se la logistica ha salvato il Paese allora dovrebbe essere considerato un servizio pubblico essenziale e quindi avere le stesse norme sulla possibilità di sciopero".

Il vostro settore è in forte crescita, quali sono gli impegni e le prospettive? "La sicurezza dei lavoratori, il rafforzamento della distribuzione locale per far fronte al boom dell’e-commerce. Davanti abbiamo una stagione estremamente sfidante, ma ci affacciamo senza regole precise. Intanto servirebbe introdurre nel Codice civile la definizione di contratto della logistica. Poi chiediamo controlli, perché chi lavora nel grigio danneggia tutti. Su tutto, però, siamo convinti che debba essere predisposto un piano della logistica nazionale collegato al piano di rilancio industriale dell’Italia. Diritto al lavoro e diritto all’impresa. Null’altro".

La crescita, però, passa anche dalle infrastrutture, dal lavoro qualificato e dagli investimenti. "Certamente i limiti infrastrutturali ci penalizzano molto, bisognerebbe potenziare il traffico su rotaia e creare servizi retro-portuali efficienti. Abbiamo anche necessità di manodopera qualificata per la tipologia del modello logistico attuale. La tecnologia ha cambiato tutto e in tempi rapidi: al livello a cui siamo arrivati oggi, avevamo previsto di giungere tra 5 anni. Un’accelerazione enorme".