Assegno unico ai frontalieri, caos internazionale: la Svizzera contro l'Inps

Il sindacato ticinese Ocst, che ha sospeso l’erogazione degli assegni familiari in attesa di chiarimenti, sollecita un'interpretazione chiara della norma

Frontalieri

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Caos assegno unico ai frontalieri, protesta anche la Svizzera. Sulla nuova misura di sostego alle famiglie, introdotta dal goverto Draghi a partire dallo scorso marzo, è intervenuto anche il sindacato elvetico Organizzazione cristiano-sociale ticinese (Ocst), puntando il dito contro l'Inps.

"L’avvento del nuovo assegno unico e universale in Italia sta generando non poche difficoltà per i lavoratori frontalieri - attacca il sindacato -. Le Casse di compensazione svizzere hanno infatti sospeso l’erogazione degli assegni familiari (lo scorso 1 marzo, ndr) e, nella maggior parte dei casi, hanno dato istruzioni ai frontalieri di far richiedere all’altro genitore l’assegno unico in Italia. La Cassa di compensazione pagherà poi al frontaliere l’importo differenziale tra l’assegno svizzero e quanto già percepito dall’altro genitore in Italia". 

Questo stratagemma tuttavia non è servito. "Per mettere in pratica questa procedura - spiega infatti l'Ocst in una nota - le Casse di compensazione svizzere stanno infatti inviando alle sedi Inps locali i moduli E-411, proprio per farsi certificare l’importo dell’assegno unico pagato in Italia all’altro genitore. Tuttavia la direzione nazionale dell’Inps non ha ancora inviato alle proprie sedi la conferma che l’assegno unico italiano sia effettivamente scalabile dagli assegni esteri: questo principio è infatti vincolato al diritto europeo su cui esistono però interpretazioni diverse tra loro. Ne consegue che per il momento le sedi Inps locali hanno sospeso l’elaborazione dei moduli E-411, un blocco che durerà fino a quando l’Inps nazionale non emetterà una circolare chiara in merito. Questa diatriba sta quindi di fatto generando un netto ritardo nel versamento degli assegni familiari dei frontalieri in Svizzera".

Da qui l'Ocst ha preso le mosse per sollecitare, insieme alla Cisl, l'Insp e il ministero del Lavoro affinché risolvano il problema, chiarendo le norme procedurali di gestione delle pratiche con la Svizzera al fine di superare il blocco che si è creato.