Assegno unico universale: i lavoratori frontalieri rischiano di rimanere esclusi

L'allarme di Cgil, Cisl e Uil: l'Inps non ha ancora chiarito le modalità applicative. E uno dei criteri adottati è in contrasto con le norme comunitarie e i trattati bilaterali

Frontalieri

Frontalieri

Dal prossimo marzo cominceranno i pagamenti dell'assegno unico universale, la nuova misura a sostegno delle famiglie varata dal governo Draghi che assorbe diverse agevolazioni che andranno a decadere, come ad esempio l'assegno nucleo familiare e  le detrazioni per i figli a carico. 

La misura  sarà riconosciuta a tutti i cittadini di uno Stato Ue residenti in Italia ma non ha ancora trovato una chiara definizione per il lavoro frontaliero, la cui platea è composta da circa 90mila persone, la grande maggiornaza delle quali (quasi 75mila) impiegate in Canton Ticino. 

"A un mese dalla sua applicazione, l’Inps non ha chiarito le modalità applicativa tanto da indurre alcuni tra gli enti per la sicurezza sociale dei Paesi esteri limitrofi o confinanti a garantire l’erogazione dell’assegno familiari in essere, in carico al Paese di lavoro per norma internazionale, solo fino al 28 febbraio 2022, in attesa di un chiarimento dell’istituto previdenziale italiano", denunciano i responsabili nazionali dei frontalieri Cgil (Giuseppe Augurusa), Cisl (Luca Caretti) e Uil (Pancrazio Raimondo) i qualsi auspicano un chiarimento "urgente" delle modalità applicative dell’assegno unico, "al fine di evitare un presumibile congelamento dell’erogazione, laddove addirittura una paradossale perdita di reddito in relazione alla ragione stessa per il quale lo strumento di protezione sociale è stato pensato". 

I sindacati confederali segnalano anche un altro problema: "A seguito di una connessione al criterio della residenza nel nostro Paese, in contrasto con le norme comunitarie e con i trattati bilaterali che imputano il pagamento degli assegni al Paese di lavoro, migliaia di frontalieri in ingresso in Italia, ma residenti all’estero, rischiano concretamente di perdere parti significative del reddito e le conseguenti detrazioni fiscali, a partire dall’entrata in vigore dell’assegno unico che, com’è noto, ingloba i precedenti assegni familiari erogati in relazione al luogo di lavoro".