Alitalia, la protesta degli stipendi e gli aiuti di Stato

Da Linate al Mise i dipendenti chiedono garanzie. Il ministro Giorgetti a colloquio con una delegazione

A Linate il presidio dei lavoratori Alitalia

A Linate il presidio dei lavoratori Alitalia

Roma - Anche negli aeroporti di Milano è scattata la protesta dei dipendenti Alitalia per il mancato pagamento degli stipendi di marzo. Il presidio a Linate è stato particolarmente nutrito. Intanto a Roma la portesta si è trasferita al Mise dove dipendenti e sindacalisti hanno fatto sentire la propria voce. In questo momento una delegazione è a colloquio con il ministro Giancarlo Giorgetti. Si dicono preuccupati sul possibile taglio di posti di lavoro e soprattutto sul futuro e nel mirino è finita la l'Unione europea che, secondo loro, vorrebbe ridimensionare la compagnia di bandiera. 

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I timori 

"Siamo molto preoccupati perchè gli stipendi che dovevano arrivare il 27 non sono ancora arrivati e abbiamo in programma un incontro domani con l'amministrazione straordinaria per capire quello che succederà. Tutto si somma alla preoccupazione per la nascita della nuova compagnia che potrebbe prevedere pochi aeroplani questa situazione è inaccettabile". Lo afferma il segretario nazionale della Fit Cgil, Fabrizio Cuscito, che questa mattina è tornato con i lavoratori. "Sicuramente l'impostazione che sta dando la UE a questa trattativa e' molto penalizzante per il nostro paese e dovremmo cercare di capire quanto le lobbies delle grandi compagnie europee, Air France e Lufthansa, non hanno interesse a che Alitalia parta in forma robusta" conclude il sindacalista Cgil.  

La protesta al Mise
La protesta al Mise

Il ministro Giorgetti

"L'Italia deve avere l'ambizione di costruire il triangolo portante dell'impalcatura europea. Bisogna aggiornarci sulle nuove sfide per essre protagonisti sul mercato globale". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Ad esempio secondo Giorgetti bisogna riflettere sulla "disciplina degli aiuti di stato costruita per un mondo che non c'è più. Magari in altri paesi è concesso quello che non è concesso in Italia. Ogni giorno sono assediato dai lavoratori di Alitalia che mi dicono che a Lufthansa vine concesso quello che non è concesso ad Alitalia".

La nuova ITA 

"Noi non strumentalizziamo niente. Vogliamo che i lavoratori abbiano lo stipendio e che il Governo si decida a far partire ITA anche senza il permesso della Ue, perché è la palese che Bruxelles non vuole vuole una grande compagnia". Lo ha detto il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, interpellato sulla dichiarazione di ieri del Mise che invitava i sindacati a non strumentalizzare le sofferenze dei lavoratori e di stare lavorando per l'interesse del paese.  "Il Mise può dire quello che vuole - ha aggiunto Tarlazzi mentre di fronte al ministero è in corso una manifestazione dei lavoratori Alitalia - ma noi giudichiamo quello che vediamo e vediamo che il Governo è troppo allineato a Bruxelles che sta palesemente discriminando ITA con la pretesa che prenda solo la metà degli slot dell'Alitalia, a vantaggio delle altre compagnie europee concorrenti".