Alitalia, la crisi infinita: la nuova operazione di salvataggio è già a rischio

Necessario un nuovo bando di gara per il decollo nella newco Ita. L'allarme dei sindacati

Un aereo Alitalia all'aeroporto di Fiumicino

Un aereo Alitalia all'aeroporto di Fiumicino

Roma, 8 febbraio 2021 - Il tempo stringe. Man mano che passano i giorni, si aggrava l'emergenza per la 'vecchia' Alitalia in amministrazione straordinaria mentre, intanto, rischiano di allungarsi i tempi del decollo della nuova Ita. Un volo in pericoloso avvitamento che, senza interventi e soprattutto senza un'iniezione di liquidità, rischia di portare allo stop dell'attività operativa e al mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti.

La crisi politica non ha fatto altro che complicare l'operazione di salvataggio e di rilancio della compagnia impostata dal governo uscente con la costituzione della newco con una dote di 3 miliardi di euro. Ora, l'attesa è tutta concentrata sul nuovo bando di gara per la cessione degli asset dopo che la Ue ha chiesto che ce ne dovrà essere uno nuovo aperto, trasparente, non discriminatorio. Viene dunque superata la procedura che era stata aperta poco meno di un anno fa con il bando di gara che, in tempi peraltro strettissimi, invitava i potenziali acquirenti a manifestare il proprio interesse. I soggetti interessati potevano presentare proposte articolate: per tutte le attività considerate come un "lotto unico", oppure soltanto per le "attività di aviation", oppure assieme alle attività dei servizi a terra (handling) e di manutenzione. O anche per una sola di queste.

Ma, appunto, questo bando va archiviato e si ricomincia. Di qui il temuto allungarsi dei tempi. Anche se il nuovo bando dovesse essere emesso a stretto giro di posta e anche se dovesse prevedere un calendario stringente, dalle manifestazioni di interesse alla presentazione delle offerte vincolanti, è difficile immaginare come la nuova Alitalia possa essere operativa ad aprile, come indicava il nuovo piano industriale varato dal cda il 18 dicembre scorso. Una situazione che innalza l'allarme dei sindacati che la scorsa settimana hanno incontrato il commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande.

'La situazione è molto preoccupante, se non arrivano i 20 milioni dei ristori, che devono essere autorizzati dall'Ue, mancheranno gli stipendi di febbraio. Alitalia è alla frutta'', dice il segretario nazionale Filt Cgil, Fabrizio Cuscito. E "senza soldi l'operatività dell'azienda è a rischio'', avverte annunciando che il sindacato si sta preparando a "una grande manifestazione di tutto il settore del trasporto aereo''. Sul bando di gara per Alitalia, ''l'Unione Europea è stata abbastanza chiara" e così "si allunga la vicenda e alla fine non è detto che debba vincerlo Ita. Possono partecipare altri soggetti. Potrebbe accadere che un altro operatore riesca ad acquisire il marchio''. "Il tempo sta scorrendo inesorabile. La notizia di rifare un nuovo bando, dopo che è andato deserto, non ci pare adeguata. Alitalia cominci ad aprire un dialogo con Ita per spostare gli asset strategici alla nuova compagnia'', chiede il segretario della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia. ''Il nostro obiettivo non è tenere aperta la vecchia Alitalia. L'obiettivo comune anche per volere del parlamento è la nascita della nuova azienda. I segnali di discontinuità con il passato non vuol dire non acquisire il marchio Alitalia e gli slot. La nuova azienda deve essere pronta appena il turismo riprenderà a correre appena l'emergenza pandemica terminerà'', conclude Pellecchia. Grande preoccupazione anche in casa Uil. " Alitalia brucia cassa per 40-50 milioni di euro al mese e Ita non parte. E il nuovo bando ci farà perdere un anno. Se riparte il turismo, rischiamo di non avere una compagnia aerea'', afferma il segretario nazionale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. ''Noi saremmo per aprire una trattativa privata, perché con il bando non si riuscirebbe a farlo prima di giugno". E, inoltre, il Fondo per gli ammortizzatori sociali ''ad aprile non avrà più soldi. Ha 40 mila persone a carico e va rifinanziato, cassa integrazione va rinnovata. Il nuovo governo deve mettere tra le priorità la questione del trasporto areo e aprire un tavolo di crisi. Ci sono 40 mila lavoratori appesi, che hanno avuto 186 giorni di cassa integrazione per ogni dipendente nel 2020''.