Come vanno gli affitti brevi a Milano? In ripresa, ma crescono tariffe e costi di pulizia

In sintesi vanno peggio rispetto al periodo pre-Covid e meglio dell’anno scorso, ma l'inflazione colpisce anche le piattaforme come AirBnb e HomeAway

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Il mercato degli affitti brevi a Milano ha subito una fortissima oscillazione dal periodo pre-Covid ad oggi, tra pandemia, inflazione e riaperture dei viaggi. Dare un’occhiata più precisa ai dati è utile a comprendere i trend dell’autunno e del prossimo anno.

Milano ha sempre avuto una forte presenza di affitti brevi: complici gli eventi fieristici, le attività professionali e di studio, e il turismo, la città è riuscita a catturare, negli anni, milioni di viaggiatori. I dati condivisi al Giorno da AirDNA, piattaforma di analisi dati e metriche sugli affitti brevi mostrano che la città è arrivata a offrire oltre 17.600 annunci tra camere e appartamenti, nell’ottobre del 2019, pochi mesi prima della pandemia, con un’occupazione media massima del 71 per cento raggiunta nello stesso mese. Soltanto un anno dopo, nell’ottobre 2020, l’occupazione media era arrivata al 44 per cento e nel dicembre dello stesso anno, a poco più del 30 per cento.

La crescita è iniziata ad arrivare a partire dai primi mesi del 2021, proseguendo per tutto il 2022. Da Gennaio 2022, il tasso di occupazione non è mai sceso sotto al 50 per cento, e le prenotazioni sono ora vicine ai livelli pre-pandemia, con una differenza di -7 per cento dal luglio 2022 rispetto al luglio 2019.

Questa tendenza è diffusa nelle città di tutto il mondo, che stanno tornando lentamente ai livelli pre-pandemia dopo due anni di forti complessità.

Rispetto ai prezzi, l’analisi dei dati mostra un aumento delle tariffe in molti mercati a livello nazionale e mondiale, incluso quello di Milano. Oltre all'aumento dei costi di pulizia, all'inflazione e all'aumento del costo del lavoro, in alcuni mercati le tariffe medie sono aumentate anche a causa della domanda di appartamenti più grandi o di lusso: sempre più famiglie cercano un soggiorno di qualità superiore, dopo tanti mesi senza una “vera” vacanza.

Così il prezzo medio di offerta degli appartamenti è arrivato a un picco di oltre 180 dollari a notte, nel giugno 2022, a fronte di 126 dollari a notte nel giugno 2021, e di 122 dollari a notte nel giugno 2019, prima della pandemia.

Anche l'offerta di annunci disponibili è in calo rispetto al 2019 e non è ancora riuscita a tornare ai livelli pre-pandemia e questa circostanza incide sull’aumento delle tariffe medie giornaliere.

Infine, un dato sui viaggiatori. La quota di viaggiatori internazionali in Italia nel secondo trimestre del 2022 ha rappresentato l'85,5 per cento del totale delle prenotazioni Airbnb nel Paese.

I viaggi in Europa solo ora risultano più interessanti per i viaggiatori internazionali, soprattutto per gli americani che non hanno potuto viaggiare negli ultimi due anni di pandemia. Nell'ultimo trimestre, i viaggiatori europei di Airbnb (esclusi gli italiani) hanno rappresentato il 51,3 per cento delle prenotazioni totali nella nazione, mentre questo stesso segmento rappresentava il 44,3 per cento nel secondo trimestre del 2019.

Il trend mondiale di “revenge holidays”, di viaggi di nomadi digitali e di ripresa del turismo per piacere e per lavoro, ha coinvolto la città di Milano in maniera significativa, e i dati mostrano che il raggiungimento del livello di occupazione pre-pandemia, sarà probabilmente dietro l’angolo.