UN VIGNETO DI BIANCHI DA RECORD

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IL COLPO DI SCENA è avvenuto ai primi di marzo quando il primo gruppo privato del vino italiano, Antinori, ha annunciato di avere acquisito la maggioranza di uno dei ‘gioielli’ del vino del Friuli Venezia Giulia, ovvero Jermann, griffe storica e firma di vini icona come il Vintage Tunina. Una acquisizione choc, due nomi che hanno fatto la storia del vino italiano nel segno dell’eccellenza e del territorio. "La collaborazione con Antinori è un nuovo inizio, una decisione presa per affrontare al meglio i tempi che viviamo, nel segno della tradizione familiare", ha detto Silvio Jermann a WineNews.it. Altra acquisizione recente quella della storica tenuta di Borgo Conventi, gioiello diviso tra Collio e Isonzo Doc, da parte della famiglia Moretti Polegato, grandi signori del Prosecco con Villa Sandi.

Friuli Venezia Giulia, punta di diamante dell’agricoltura del Nord Est, terra di grandi vini (Collio e Colli Orientali le due principali denominazioni), crocevia di popoli e culture, trova nella vitivinicoltura la sua miniera. Non a caso le quotazioni medie fanno del Friuli il terzo territorio più redditizio, dopo Alto Adige e Trentino, con un ricavo medio di quasi 12.000 euroettaro solo dalla vendita dell’uva tra vini comuni, Igp e Dop (le vecchie Doc). La superficie agricola utile (SAU) è di circa 230.000 ettari di cui quasi 30.000 di vigneti (dati 2019) con 9000 aziende produttrici di uve. Secondo elaborazioni dell’Osservatorio UIV, il vigneto friulano è cresciuto del 41% negli ultimi 10 anni e ha un’estensione pari al 4,2% del vigneto Italia. La produzione nel 2020 è stata di 1,85 milioni di ettolitri, nel 93% dei casi si tratta di vini Dop (il 72% del totale) o Igp. Se il vicino Veneto ha trovato nelle bollicine del Prosecco il suo filone d’oro, la tradizione friulana è prevalentemente bianchista, eccellenza coltivata nel tempo, e adesso tornata prepotentemente di moda con il rinascimento dei vini bianchi a danno dei rossi.

Il vigneto friulano è una vetrina di bianchi pluripremiati (dal Sauvignon al Friulano-ex Tocai, alla Ribolla gialla al Pinot grigio e Pinot bianco) ma anche di rossi di grande radicamento territoriale come Refosco dal peduncolo rosso o Schioppettino. Il vino è il motore di un turismo ‘lento’ molto apprezzato all’estero. Non a caso il Friuli Venezia Giulia è stato definito un "tesoro da scoprire" per i turisti tedeschi dal magazine "BizTravel", destinazione "sicura e sostenibile".

Lorenzo Frassoldati