UN PIANO PER IL FUTURO DELLA CARNE ITALIANA

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PIÙ CARNE ITALIANA per dare futuro ad un settore strategico per il nostro Paese. Assalzoo (l’associazione delle industrie mangimistiche) chiede al ministro Stefano Patuanelli un piano zootecnico nazionale che consenta di favorire l’avvio di nuove attività di allevamento. L’Italia sconta un deficit in termini di alimenti di origine animale (-50% carni bovine, -40% carni suine, -20% latte, -75% pesce), che è costretta a colmare attraverso le importazioni. Serve un piano per incentivare le produzioni nazionali con tutti i vantaggi che ne derivano. In primo luogo, in termini di sicurezza alimentare, favorendo la produzione di materie prime nazionali, rispondendo a una crescente domanda di prodotti 100% italiani, ma anche con riguardo al benessere animale e al rispetto dell’ambiente, per produzioni sempre più sostenibili.

Il piano può rappresentare un’opportunità di rilancio e sviluppo della zootecnia con il coinvolgimento determinate della mangimistica, il cui sviluppo poggia su cinque pilastri: sostenibilità, digitalizzazione e infrastrutture, contratti di filiera, energie rinnovabili, ricerca e innovazione. "La sostenibilità, la qualità, la sicurezza alimentare, il benessere e la salute animale sono le grandi sfide che attendono la mangimistica e la zootecnia italiana e mondiale", sottolinea Marcello Veronesi, presidente di Assalzoo. "Il nostro comparto è una componente essenziale dell’industria alimentare nel suo ruolo di cerniera tra produzione primaria e allevatori".

"La filiera zootecnica italiana è pronta a fare la sua parte nel processo di transizione ecologica e a raccogliere le indicazioni del Green Deal, ma in tema di ambiente non è mai rimasta con le mani in mano e va detto con chiarezza", aggiunge Matteo Boso, presidente Oicb-Organizzazione interprofessionale per la Carne bovina, in via di riconoscimento. "Per fare un esempio, dai dati presentati dal professor Bruno Ronchi, dell’Accademia dei Georgofili, è emerso chiaramente che gli allevamenti italiani hanno ridotto del 40% le emissioni di metano, il principale gas serra della zootecnia. Anche sulla quantità di acqua, così preziosa, necessaria per produrre 1 kg di carne è emerso che per l’87% è costituita da ‘green water’, ovvero acqua piovana utile alle coltivazioni".