QUANTO È AMARA LA SUGAR TAX

ALCUNE MINACCE, di portata nazionale e internazionale, incombono sull’industria alimentare. Dalle grandi politiche ‘nutrizionali’, agli attacchi alla dieta mediterranea e fino al Nutriscore: "Temi diversi con uno schema unico – ha spiegato il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio – quello secondo il quale dietro l’idea di paventare problemi alla salute dei consumatori e alla sostenibilità del pianeta si nascondono azioni protezionistiche che attaccano principalmente le nostre eccellenze Made in Italy".

Sempre in nome della salute e della sostenibilità, l’industria alimentare ha delle minacce in casa: "Si tratta della sugar e della plastic tax", ha commentato il presidente di Federalimentare. La prima è basata su un approccio opposto rispetto a quello che l’Italia ha scelto di far valere nelle battaglie europee contro politiche nutrizionali che discriminano cibi specifici, nella convinzione che ogni alimento possa essere mangiato nella giusta quantità. La seconda, invece, lungi dal risolvere il problema del riciclo, farebbe solo aumentare i prezzi al consumo del 10% con punte fino al 60% su prodotti con basso valore aggiunto".

Alla Sugar tax ha dedicato uno studio Nomisma, commissionato da Assobibe, secondo il quale coster costerà al mercato 180 milioni di euro di fatturato nel 2022, rispetto al 2019, 250 milioni di forniture e oltre 5.000 posti di lavoro. L’analisi prevede in particolare che l’introduzione dell’imposta comporterà un incremento della fiscalità del 28% e una penalizzazione dei consumi con ripercussioni negative su ogni anello della filiera e su un settore "già fortemente indebolito dalla pandemia". "Lo studio di Nomisma dimostra – commenta Giangiacomo Pierini, presidente Assobibe – gli effetti devastanti, economici e sociali dell’introduzione di un’imposta del valore di 10 euroettolitro in un momento già così incerto. Anziché – aggiunge– facilitare crescita e occupazione, con l’introduzione della Sugar Tax nel 2022 si avrà una contrazione del 16% del mercato a volume, meno 180 milioni di euro di fatturato rispetto al 2019 e meno 344 milioni di euro se consideriamo la perdita di giro d’affari nel 2023 rispetto al 2019".