POMODORO DA INDUSTRIA IL PREZZO FA DISCUTERE

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SERVE UN PROGETTO di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia. L’Italia è il primo produttore mondiale di derivati dell’oro rosso con un fatturato industriale di 3,5 miliardi (il 60% delle conserve made in Italy vola all’estero con un giro d’affari di 1,8 miliardi), oltre a essere il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria, dopo California e Cina. Sono concordi le organizzazioni agricole dopo l’accordo sul prezzo 2021 della materia prima per le industrie del Nord Italia fissato – dopo lunghissima trattativa – a 92 euro a tonnellata (esclusi i servizi).

Il presidente dell’Interprofessione pomodoro da industria del Nord (che non interviene in alcun modo nella definizione del prezzo), Tiberio Rabboni, commenta: "Il contratto siglato, di fatto, apre la campagna del pomodoro 2021 nel Nord. Le incognite all’orizzonte sono tante, tuttavia si inizia con il piede giusto. Il contratto quadro è espressione di una coesione della filiera, una risorsa che può fare la differenza". La parte agricola, concorde, commenta: "Si poteva e si doveva fare di più". Il prezzo – commenta Nicola Bertinelli, presidente Coldiretti Emilia Romagna e vicepresidente nazionale – "avrebbe dovuto essere più remunerativo per i produttori, in considerazione dell’aumento dei consumi sia interni sia esteri. Positivo il miglioramento della ’scaletta produttiva’, che ha portato per la ’base cento’ ad un abbassamento del grado brix da 4,90 a 4,85 e che di fatto porta ad un reale aumento di poco più di 1 €t sul prezzo concordato, arrivando così ad un accordo totale di 93 €t. Il contratto di fornitura per il pomodoro biologico prevede un prezzo di 136 €t".

Visti i brillanti dati sulle vendite delle polpe e delle passate di pomodoro nel 2020, è soddisfatta solo a metà Confagricoltura Emilia Romagna. "Ci sono senz’altro condizioni migliorative rispetto all’anno scorso ma nel complesso – osserva Giovanni Lambertini – l’accordo delude gli agricoltori e il prezzo è al di sotto delle aspettative. Non si è tenuto conto dell’aumento dei costi di produzione - mezzi tecnici (agrofarmaci), polizze assicurative, ecc- una spesa che ha raggiunto valori record, e neanche delle crescenti criticità causate da anomalie climatiche spesso eccezionali".