"OPPORTUNITÀ DI BUSINESS IN UN SETTORE TRAINANTE"

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CIBUS sarà la prima fiera food and beverage a riaprire in Europa dopo il Covid. Come affrontate questa grande responsabilità?

"Con ottimismo, competenza e un profondo senso del dovere – risponde Riccardo Caravita, Cibus brand manager – Credo che, per chi organizza come noi eventi, il discorso non sia quando ripartire, ma piuttosto come. Tutte le manifestazioni dovranno adattarsi, evolversi e convivere con l’attuale situazione, creando eventi sicuri e funzionali".

Quali saranno le misure di sicurezza adottate?

"La sicurezza dell’evento non potrà che essere garantita dal successo della campagna vaccinale: si accederà alla manifestazione con il green pass o il risultato negativo di un tampone effettuato non prima delle 48 ore precedenti".

Il settore agroalimentare durante la pandemia ha retto l’urto, ora qual è la sfida più urgente?

"Il settore agroalimentare si è caricato sulle spalle l’intero sistema produttivo italiano ed è stato tra i protagonisti della ripresa economica di questo ultimo periodo. Industria e grande distribuzione hanno lavorato in maniera congiunta per garantire sempre un servizio ottimale al cittadino. Gli scaffali non hanno mai subito rotture di stock. Le esportazioni agroalimentari hanno continuato a crescere arrivando, nel 2020, a 46 miliardi; un dato importante che però ci pone dietro, per percentuale di crescita annua, ad alcuni competitor come Spagna e Francia e ciò ci fa riflettere su come l’unica opportunità di crescita per il comparto sia quella di affacciarsi verso l’export. L’esportazione per le aziende non deve essere un’opzione ma una necessità e crediamo che, in questo periodo, le fiere possano rappresentare ancora uno dei maggiori driver per lo sviluppo delle aziende al di fuori del territorio nazionale. Da sempre il nostro obiettivo principale è dare agli espositori della rassegna concrete opportunità di business".

Qual sarà il ruolo di Cibus nell’incentivare le esportazioni?

"La ripresa dell’export sarà affiancata da iniziative che Cibus e Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) metteranno in atto per supportare le esportazioni. L’obiettivo di Cibus è quello di poter ospitare 40mila operatori e, soprattutto, mettere in campo un’attività mirata di incoming program che porterà in Italia circa 1000 top buyer esteri. Arriveranno principalmente dai Paesi che meglio potranno collegarsi logisticamente, viste le restrizioni: Europa, Usa, Nord America. Un ottimo riscontro lo abbiamo anche dall’area del Middle Est, in particolare dagli Emirati Arabi".

All’interno di Cibus si parlerà dunque anche di ripartenza?

"Sì assolutamente. Ci sarà una ricca attività convegnistica. Essendo il primo momento di incontro dopo un anno e mezzo di stop, sarà un’attività fondamentale proprio perché si parlerà di come il Paese dovrà ripartire. Avremo un primo focus con l’industria alimentare e la distribuzione e ci si confronterà su sfide e opportunità offerte dalla multicanalità. Un secondo tema sarà legato al futuro dell’agricoltura italiana. Un terzo approfondirà le prospettive del canale di vendite Horeca che tanto ha sofferto durante il lockdown. Ospiteremo poi il World Food Forum che affronterà il tema delle sfide delle transizioni climatiche, digitali e sociali. Avremo anche un appuntamento in cui si parlerà di Recovery Fund e Pnrr; la parte che approfondiremo sarà quella del supporto ai giovani imprenditori e, infine, ci focalizzeremo sul tema delle Indicazioni geografiche (Ig)".

Il trend della sana alimentazione e della sostenibilità si è molto rafforzato durante la pandemia, è una tendenza che trova conferma in Cibus?

"Il Covid ha evoluto il consumatore, rendendolo più responsabile e attento a ciò che acquista e consuma, più interessato alla sicurezza, alla tracciabilità e alla sostenibilità dei prodotti. Le tendenze riguardano soprattutto la qualità delle materie prime, i cibi funzionali a base di ingredienti naturali e i composti vegetali ricchi di proteine e vitamine. All’interno di Cibus sarà dato ampio spazio alle aziende che, in esclusiva, presenteranno l’offerta di questi prodotti".

Il ritorno alle fiere in presenza si tradurrà nella scomparsa di quelle digitali?

"Oggi il visitatore si aspetta più che mai approcci integrati, dove l’esperienza della fiera fisica si unisce a quella digitale. È fondamentale, quindi, avviare una strategia ad hoc per soddisfare le richieste dei clienti in un approccio multicanale. In quest’ottica, abbiamo attivato un nuovo motore di ricerca “MyBusinessCibus“, una sorta di “Cibus Virtuale”, che contiene tutti i prodotti che le aziende pubblicano sui loro siti, i cui contenuti sono, da noi, indicizzati e federati per permettere una veloce e semplice fruizione delle informazioni da parte di tutti i buyers appartenenti alla piattaforma Cibus. In questo modo, saremo in grado di offrire ai compratori di tutto il mondo il più grande database di prodotti agroalimentari italiani che ci sia, con la possibilità di interfacciarsi agevolmente con le aziende, inoltrando in qualsiasi momento, richieste di fornitura e contatto".