Ok all'accordo Italia-Svizzera sui frontalieri: sostituisce l'intesa del 1974. Cosa cambia

In Consiglio dei ministri approvato disegno di legge che ratifica e dà esecuzione al patto fra Repubblica e Confederazione

Ok definitivo dal Consiglio dei ministri all'accordo fra Italia e Svizzera sui frontalieri. Nella seduta di oggi, giovedì 24 novembre, è stato approvato un disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'intesa con la Confederazione che evita doppie imposizioni sui salari, gli stipendi e le altre remunerazioni dei lavoratori frontalieri. Lo rende noto Palazzo Chigi nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministri. 

Stop alla doppia imposizione

"Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani - si legge nella nota - ha approvato un disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, e Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020". 

Cosa cambia rispetto al 1974

"L'Accordo - spiega ancora Palazzo Chigi - sostituisce il precedente del 1974 e risponde all'esigenza di aggiornare e adeguare il quadro giuridico-fiscale al fine di eliminare le doppie imposizioni sui salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe ricevuti dai lavoratori frontalieri. Inoltre, a differenza del precedente, il testo disciplina anche il trattamento economico dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia". 

I punti salienti della normativa

Tra i punti più salienti della nuova normativa, Palazzo Chigi cita il fatto che "si definiscono le aree di frontiera, che per quanto riguarda l'Italia sono le Regioni Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano; si stabilisce il metodo della tassazione concorrente; si prevede un regime transitorio per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che lavorano in Svizzera o che vi hanno lavorato a partire dal 31 dicembre 2018, ai quali si applica il regime di tassazione esclusiva in Svizzera fino alla data di entrata in vigore dell'accordo".