Quattro generazioni di croissant. Abaribi rilancia: nuova fabbrica

Brescia, specialisti dei dolci investono 11 milioni: una sfida alla crisi dei chip e all’aumento dei costi

Marco Abaribi, titolare dell’azienda che lavora anche per la gdo

Marco Abaribi, titolare dell’azienda che lavora anche per la gdo

Brescia -  Un investimento da 11 milioni di euro che sfida la ‘crisi dei chip’ e l’aumento delle materie prime. Così la bresciana Abaribi, da 4 generazioni produttrice di croissant, si appresta ad aprire un nuovo polo produttivo, oltre a quello attuale di Bovezzo (hinterland del capoluogo), per raddoppiare la capacità produttiva. La scelta di investire in un nuovo stabilimento, che sorgerà nella zona industriale di Brescia (in via del Serpente) era maturata in tempi pre-Covid, vista la crescente domanda, anche nella grande distribuzione, superiore all’offerta.

"L’attuale produzione è di 80mila pezzi al giorno – spiega il titolare, Marco Abaribi – che svolgiamo nello stabilimento su 12 ore. Nel nuovo polo ci porteremo a 90mila pezzi su 8 ore, con la possibilità di arrivare a 180mila pezzi su 16 ore. Abbiamo deciso di automatizzare dove possibile, senza rinunciare alla qualità del prodotto".

Il nuovo stabilimento (5.500 metri quadri per due piani) permetterà di ampliare la gamma di prodotti da forno, mantenendo gli standard di qualità dell’azienda. Nel nuovo polo ci sarà anche un angolo dedicato alla colazione, un piccolo bar dove gustare il prodotto appena sfornato. L’inaugurazione è prevista per la fine del 2022, con un po’ di ritardo rispetto alle previsioni, per effetto della congiuntura internazionale. "I nostri fornitori – prosegue Abaribi – lamentano le mancate consegne di chip e schede. L’ultimo impianto per il confezionamento doveva arrivare a marzo, e invece sarà consegnato a settembre".

Pesano, poi, i rincari registrati negli ultimi mesi nel comparto alimentare, prima con Covid, poi per effetto della guerra in Ucraina. "La speculazione era partita con Covid sugli imballaggi, poi su tutte le materie prime, come latte e oli. A fine anno ci sarà la richiesta di chi produce panettoni, che ha grossi consumi di burro: sarà una battaglia per avere prima le materie prime, vedremo quanto ci costerà". Effetto finale è l’incremento dei costi di produzione, che per Abaribi si aggira attorno al 15-18%, non sempre trasferibile sul mercato. "Tocca un po’ la nostra marginalità, dobbiamo un po’ sacrificarla", sottolinea il titolare. Quanto al fatturato, il 2021 si era chiuso con 8,8 milioni, mentre per il 2022 si prevede di arrivare a 9,5 milioni, anche per effetto dei rincari.