Siamo i nuovi equilibristi

Equilibristi. Esperti di logistica. Creativi. Una cosa è certa: negli ultimi mesi - volenti o nolenti - abbiamo sviluppato delle competenze inattese. Novelli acrobati della quotidianità, siamo ormai temprati agli inevitabili cambi di programma in corsa, al doverci mettere sempre una “pezza”. Allo scoccare di ogni nuovo decreto o di ogni nuova ordinanza la nostra mente riesce a calcolare in pochi istanti le implicazioni pratiche di ogni norma e a far scattare - alla necessità - il "piano B" (ma a volte anche il "piano C" e "D"). Nell'arco di dieci minuti siamo in grado di rivoluzionare l'arredamento di casa perché abbiamo bisogno che la stanza si trasformi temporaneamente in un ufficio. Senza battere ciglio affrontiamo ogni nuovo round di Dad.

E se è vero che la pianificazione a medio-lungo termine è ormai un miraggio, va detto che siamo diventati dei maestri della risoluzione degli imprevisti, cinture nere di riorganizzazione dell'agenda. Tanto che la notte - quando ci sdraiamo nel letto a fine giornata - neppure noi sappiamo bene come abbiamo fatto a far quadrare tutto. Eppure, ogni giorno – incredibilmente - ce la facciamo. Missione compiuta. E non fa niente se spesso siamo sfiniti. Se la quotidianità ci appare sempre più simile a una corsa a ostacoli. Se in questa vita anomala anche concedersi una semplice passeggiata in piazza Duomo ha ormai il sapore del viaggio esotico. Se l'aperitivo con gli amici lo facciamo brindando davanti a uno schermo. Se il bisogno di sentire vicine le persone lontane ci fa fare cose inattese (ad esempio sperimentare tutti i piatti del ricettario di famiglia, come nel mio caso). Noi difendiamo con le unghie e con i denti ogni brandello di normalità. E andiamo avanti. Da provetti equilibristi.