Milano e il Ministero

Per Milano avere un Ministero è una vecchia tentazione, un po' come lo era un tempo per le famiglie la villetta al mare o in montagna. Oggi che la casa è soprattutto un costo, chi ne ha due se le tiene o se ne libera, e chi no non se ne duole. Ho sentito tanti romani vantarsi per Colosseo e Piazza di Spagna, mai nessun "sbatterci in faccia" Viminale o Farnesina. Tantomeno conosco milanesi che lamentano l'assenza di un dicastero. Eppure una linea trasversale che parte da Salvini e, passando per rettori, imprese e noti economisti, arriva al sindaco Beppe Sala ora torna a reclamarne il diritto o la vocazione, circoscrivendo l'area di Expo come sede ideale del futuro Ministero dell'Innovazione. Il fatto che, sotto elezioni, tutti lo vogliano è la garanzia che non se ne farà nulla. E semmai dovesse farsi c'è il serio rischio della farsa: vi ricordate quando la Villa Reale di Monza finse di strappare a Roma gli uffici dell'Economia e della Semplificazione? Lasciamo stare. La realtà è che Milano non ha bisogno di Ministeri nella stessa misura in cui non ne servono all'innovazione.