A Milan se sta mai cui man in man

Il concorso internazionale Magnifica Fabbrica, indetto per dare una nuova casa alle maestranze della Scala, ha un progetto vincitore. Se l'è aggiudicato un pool di architetti italo-spagnolo, che nel Parco della Lambretta al Rubattino disegneranno i laboratori dove gli artigiani del Piermarini costruiranno le scene per cullare i sogni dei milanesi a teatro. C'è tutto il dna meneghino, un mix di laboriosità, cultura e lungimiranza perché l'avveniristica struttura in policarbonato a zero impatto ambientale, circondata dal verde e dai canali d'acqua ridarà un nuovo volto a una periferia degradata, dove una volta sorgeva la gloriosa Innocenti, quella che appunto produceva la Lambretta battezzata così - non a caso, si badi - come tributo al vecchio fiume Lambro, "vezzeggiato al femminile".

E' l'ennesima scommessa di una città che dopo CityLife e Porta Nuova si rituffa nel futuro con un occhio sempre al suo passato, fatto di lavoro e sano pragmatismo. E' solo un caso se questo concorso internazionale sia stato battezzato proprio così? C'è molto di quella Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano con cui nel 1387 Gian Galeazzo Visconti, allora Signore della città, decise di chiamare l'ente preposto alla conservazione e valorizzazione della costruenda cattedrale. Un lungo filo rosso che continua ad unire passato e futuro dei milanesi che sono "faber", artigiani nel midollo. Che sia lavoro, cultura o fede all'ombra della Madunina "se sta mai coi man in man".