L'armadio, le gomme e il logorio della vita moderna

Con la fine dell'inverno, e la bella stagione, un duplice appuntamento attende un po' tutti. Il cambio degli armadi e quello delle gomme nell'auto. Due rotture di scatole, diciamocela tutta, ma con una differenza sostanziale. Al secondo provvede qualcun altro, basterà mettere mano al bancomat o al portafogli. L'unica incombenza, ma se state leggendo ve lo segnerete, resta quella di ricordarsene.

Il vero nodo resta dunque il giro degli abiti e delle scarpe, inversamente gravoso per impegno e fatica rispetto al tasso di sobrietà delle persone. Il clochard, per intenderci, è almeno dispensato da questo problema, che magari invece in qualche modo preferirebbe anche avere.

Capita così che ogni anno, rovistando negli armadi e nei cassetti, salti fuori una gran massa di maglie, magliette, camicie e cappotti mai indossati, nemmeno una volta. Ed eccoci al grande dilemma: che faccio, li regalo, magari proprio al clochard che dorme all'angolo, oppure non si sa mai, potrebbero venire buoni l'anno prossimo?

E mentre il rovello si aggiunge alla cospicua mole di lavoro da fare, su chi decide ostinatamente di non fare a meno di quel vecchio capo che gli aveva regalato un'anziana zia ormai passata a miglior vita, cade la giusta punizione divina del lavoro. All'opera dunque, alla conquista dello spazio, negli armadi. Se proprio non sappiamo fare a meno di qualcosa, olio di gomito e fantasia.

Certo, almeno per le gomme, qualcuno ha inventato la soluzione delle “quattro stagioni”, che elimina l'incombenza dei due sbattimenti all'anno. Sugli abiti invece la tecnologia non è ancora così avanti. Ma ci staranno lavorando, abbiate fede. Quando avremo la lana che non scalda e il cotone che fa le veci della pancera, potremo dimenticarci anche questa ennesima variante di quella che Ernesto Calindri, nella pubblicità del Cynar, chiamava il logorio della vita moderna.