In piazza con Marco

Sono giorni convulsi. Proprio mentre stavamo pregustando il sapore della libertà dell'estate, scoprendoci vacanzieri last minute, la variante Delta ci ha messo lo zampino. E le nuove regole legate al Green pass per accedere a quei luoghi pubblici che avevamo appena riscoperto hanno in parte sparigliato le carte. Tentando di riadattarci all'ennesimo cambiamento di abitudini (se di abitudine si può parlare, date le circostanze) imposto dalla pandemia sono esplose le piazze. E' la rabbia dei "no Green pass", popolo composito in cui ai No Vax - un tema che affrontiamo nella nuova inchiesta di "Dieci" -  si mischiano le anime più disparate (per ideologia, professione, reddito) accomunate dallo sfinimento legato a chiusure, aperture, norme e indicazioni sanitarie. Rabbia giusta? Sbagliata? Giusta ma mal indirizzata? Forse è presto per definirla, certo non la si può liquidare scuotendo la testa. Sarebbe opportuno trovare il modo di parlarne, però. E di parlarci fra noi - pro vax, no vax e quant'altro - rispolverando quelle regole di civiltà che speravamo che la pandemia ci lasciasse in eredità (e invece no). Ci ha provato a Lodi Marco Natali, 22 anni. Suo padre Marcello, medico di base a Caselle Landi, è stato un eroe del Covid. Uno di quei medici in prima linea che è rimasto stroncato dal virus e che solo un anno fa celebravamo, salvo poi passare ad altro. Marco ha affrontato la folla dei No Green pass di sabato scorso, come ha raccontato a Carlo D'Elia sul Giorno, convinto che ognuno abbia diritto di pensare ciò che vuole ma che "il virus è pericoloso, esiste. E io e la mia famiglia lo sappiamo bene. Il vaccino? Se mio padre avesse avuto la possibilità di farlo, forse oggi sarebbe ancora qui con noi". Poche parole per ricordare a chi in piazza c'era e a chi invece si lanciava a prenotare il vaccino dell'ultimo minuto da dove siamo partiti per arrivare fin qui. Sono ricordi dolorosi, che vorremmo cancellare. Ma tornare a parlarci e a capirci può essere il migliore Green pass per ricominciare a guardare avanti. Se non più liberi, almeno più consapevoli.