Il Delta della normalità

C'è un (una) Delta fra noi e la normalità. Sì perché il Delta (Δ) in matematica è il simbolo che indica la differenza, la distanza, fra due valori. Ma da qualche giorno un altro (un'altra) Delta è entrato prepotentemente nelle nostre vite. Quello della variante, Delta appunto, del Covid-19. Da quando infatti l'Oms ha deciso di classificare le varianti del nuovo Coronavirus in base alle lettere dell'alfabeto greco (Δ, ne è la quarta lettera) la "variante indiana" è diventata "variante Delta". Una decisione studiata per non "gettare la croce" sulle popolazioni dove si sviluppano queste mutazioni del virus. Ma motivi a parte oggi questo/a Delta segna la differenza, la distanza, dalla normalità. Sì perché proprio mentre i dati della pandemia sono in miglioramento (grazie ai vaccini, alle restrizioni e all'estate), mentre si attende l'ok del Governo per togliere la mascherina all'aperto, mentre l'Italia è tutta praticamente zona bianca, mentre in Lombardia ieri si è registrato un solo morto per Covid (31 in tutta Italia), la variante Delta torna a spaventare il mondo con contagi in vertiginosa crescita in Inghilterra (Paese che per primo sembrava aver svoltato contro il Covid) e segnali di risveglio in Israele (primo Paese a vaccinare praticamente tutta la popolazione). Certo bisognerà vedere se alla crescita di contagi corrisponderà un aumento di ricoverati e casi gravi. Ma in attesa di capirlo occorre prudenza. E mentre la distanza (il Delta) fra noi e la normalità sembra progressivamente assottigliarsi, la variante (Delta) sembra tornare ad ampliarla. Perché, oggi come mai ,c'è un (una) Delta fra noi e la normalità.