Negli occhi la paura per una storia che si ripete

Dopo due anni vissuti nell’incubo ci illudevamo di poter tornare a una parvenza di normalità e invece Milano, come il mondo intero, ripiomba nell’angoscia

Dopo due anni vissuti nell’incubo ci illudevamo di poter tornare a una parvenza di normalità e invece Milano, come il mondo intero, ripiomba nell’angoscia di dover affrontare una nuova emergenza. Dopo la pandemia, che non si può tra l’altro frettolosamente archiviare nell’album dei nostri tragici ricordi, ora ci troviamo a dover fare i conti con una guerra combattuta in Europa, iniziata per giunta come accadde quando la Germania di Adolf Hitler iniziò a spingersi oltre i propri confini seminando il terrore e dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale. Oggi più di quanto non accadde allora la paura già si insinua con prepotenza nelle nostre case e non possiamo certo gioire per il Carnevale ambrosiano e sognare per la settimana della moda appena iniziata.

Nessuna tregua, serpeggia invece la paura di dover affrontare una nuova lunga notte, un’angoscia che condividiamo con i ventimila ucraini che hanno scelto Milano come dimora per lavorare e per crescere. Donne e uomini che hanno imparato la nostra lingua e hanno saputo farsi apprezzare diventando in molti casi parte delle nostre famiglie. Oggi nei loro occhi vediamo tristezza e incredulità. Manifestano avvolti nella bandiera colore del grano e del cielo nei luoghi simbolo della città che nel tempo è diventata anche la loro, nella Milano che li ha accolti e che ora deve saperli confortare alleviando per quanto possibile le loro pene mentre la televisione e il web diffondono le sconvolgenti immagini di una guerra appena iniziata. Oggi tocca a loro vivere nel terrore, ma sappiamo che solo se sapremo essere al loro fianco in queste ore possiamo sperare di scongiurare il pericolo di una guerra devastante per il pianeta intero.