Le schede elettorali sono sempre state anche piccoli tazebao anonimi. Impiegate per lanciare messaggi di tenore politico o per sfoghi qualunquisti. Hanno ospitato persino improvvisi colpi di genio, come l’immortale “Cavoli vostri, io domani vado in Svizzera”, sberleffo vergato da una mano sconosciuta che divenne anche titolo di un libretto dedicato negli anni ‘90 alle frasi più buffe trovate all’interno delle schede per votare. Mai, però, era capitato che qualcuno confessasse un omicidio. È accaduto – e si è saputo solo oggi – in occasione delle ultime elezioni. La scheda è stata trovata in un seggio di Villasanta, in Brianza. Scherzo di dubbio gusto? Gli investigatori non lo credono. E hanno aperto un’indagine. Diceva un manifesto della Prima Repubblica “Nel segreto dell’urna Dio ti vede, Stalin no”. Ora anche la Polizia, aggiungiamo noi.