Il gigante e l'ironia

La buona notizia è che siamo sopravvissuti, la cattiva è che i giganti tecnologici possono finire a terra e insieme a loro anche noi. Per 7 ore  mezzo mondo è rimasto orfano di Facebook, Instagram e WhatsApp. L'impero tecnologico di  Mark Zuckerberg era crollato insieme al titolo di Fb a Wall Street. Il tutto mentre i suoi diretti concorrenti, vedi ad esempio Twitter, facevano registrare numeri di traffico pazzeschi. Un down di dimensioni tali, secondo gli esperti, non si registrava dal 2008. Ma allora la galassia  Zuck era nana rispetto a oggi. Non volendo credere alle teorie complottiste non resta che registrare la versione ufficiale dell'azienda: è crollato un router e poi tutto è andato giù. Come un castello di sabbia. Un incidente tecnico come ne succedono milioni ogni giorno, solo che questa volta erano coinvolte tre delle principali piattaforme mondiali online. Molti di noi si sono ricordati che nello smarphone c'è anche un telefono e che una telefonata ti salva la vita sociale, altri che il mondo può fare a meno del nostro commento sul nuovo sindaco di Paperopoli. Alcuni sono impazziti nel cancellare e reinstallare le app o nello spegni/riaccendi compulsivo del telefonino. C'è persino chi ha scoperto che nella loro casa vivono altri esseri umani. Ad altri è andata peggio perché in tempi di smart working la chat aziendale di  WhatsApp è fondamentale o perché la domotica di casa era ko. Per qualcuno è stato impossibile telefonare perché la rubrica era su... Fb. Insomma Facebook e i suoi fratelli non sono più solo una faccina che ride o un cuoricino e il loro silenzio non rende muti solo i Ferragnez ma sordo e cieco mezzo mondo. Il risveglio dal coma tecnologico però ci ha regalato dei meme e battute esilaranti sulla caduta del gigante che ci hanno riconciliato con i nostri amati social. Perché l'ironia non è ancora un algoritmo... ma con Facebook, Instagram e WhatsApp far sorridere il mondo è più facile.

gianluca.bosia@ilgiorno.net