Distinguo e dittatura

La scorsa domenica, come ormai da recente tradizione, a Dongo è andata in scena la commemorazione di Benito Mussolini e dei gerarchi fascisti catturati nel paese sul lago di Como.

Una prassi ormai accettata, con la sola eccezione dell’Anpi che infatti ha promosso la contromanifestazione, guardata a vista dalle forze dell’ordine. Dal ritorno del burqa in Afghanistan all’invasione russa dell’Ucraina, ci profondiamo in generosi slanci libertari in nome della democrazia e contro il tiranno di turno, ma guai a ricordare che anche in Italia abbiamo avuto una dittatura. Una sola, in 160 di Stato unitario, che veniva da una precisa parte politica e che a un preciso nome risponde: fascismo.

Amiamo farci partecipi delle sofferenze altrui, sostenerne le lotte, mentre su Resistenza e partigiani gettiamo fango e distinguo. Oggi poi, siamo talmente impegnati a descrivere Putin come l’Hitler del 21esimo secolo che abbiamo rimosso chi, con l’Hitler vero, ci andava a braccetto.

michele.mezzanzanica@ilgiorno.net