Vanoni-Fresu, Argilla jazz

Il loro magico incontro nel 1999 ristampato anche in doppio vinile Repertorio di Carlos, Tribalistas Fossati, Brown, Serrat, Mc Ferrin

Ornella Vanoni  e Paolo Fresu

Ornella Vanoni e Paolo Fresu

Milano, 27 settembre 2018 - L'arte e l’incontro, altro progetto di Ornella e Paolo, ci regala una splendida copertina, Paolo, questa riedizione di “Argilla” per Tuk Music Reloaded, costola della sua etichetta indipendente che vuol recuperare dischi ormai introvabili in cui il trombettista è stato coinvolto. “Argilla”, che la Vanoni presenta il 2 ottobre alla Feltrinelli di Piazza Piemonte, è il primo. Ma si sta lavorando anche alle ristampe di “Wanderlust” (album del quintetto con Ervin Wann) e il primo capitolo di “Heartland” (Fresu con Diederik Wissels, David Linx e quartetto d’archi, uscito nel 2001. Questo album con Ornella Vanoni è molto di più dell’incontro fra una voce popolare, un songbook condiviso, una tromba e il jazz. Un collettivo a geometria variabile, un linguaggio comune fra musicisti di culture diverse. Riascoltarlo su Cd fisico e in versione doppio vinile a 180gr trasparente e numerato a mano è una delizia. Fresu dal 1997 sarà una presenza importante, “quando c’è, ha sempre da fare”, nella vita di Ornella. Un viaggio nel repertorio del jazz canzone che attinge ai cantautori, italiani, brasiliani, americani, catalani. E all’American Songbook cantato da Chet Baker.

Nuova veste grafica, partendo dalle fotografie originali di Fabrizio Ferri, il nastro originale rimasterizzato da Stefano Amerio. Ornella aveva già cantato con i grandi del jazz americano e italiano, ma la sensibilità di Fresu e dei musicisti sposta il focus da vecchi e nuovi standard a una musica terza, ricca di dettagli, contaminazioni e chiaroscuri. È stato prodotto da Paolo, Ornella e Beppe Quirici, suonano in un comune territorio di confine Nguyen Le, Antonello Salis, Riccardo Tesi, Furio Di Castri, Natalio Mangalavite, Claudio Fossati, Federico Sanesi, Armando Corsi, Roberto Cipelli, Tino Tracanna, Ettore Fioravanti, Attilio Zanchi, Elio Rivagli, Stefano Melone, Fulvio Marras, Lalla Francia, Elena Roggero, Carlo Fava e Niccolò Lapidari. Anche se ogni canzone definisce un mondo e sarebbe immondo qui parlare di fusion. Il repertorio. Ivano Fossati (Buontempo), Carlinos Brown (Argila, Mares De Ti), Tribalistas (Bem Leve), il vecchio amico Roberto Carlos (Seu Corpo, Voce Nao Sabe)), Juan Manuel Serrat (Bugiardo e incosciente), Bobby McFerrin (Bang!zoom). Le versioni italiane. “I Get Along Without You Very Well” di Hoagy Carmichael ed “Every Tim I Say Goodbye” di Cole Porter. Persino una “Sorry Seems to be the Hardest Word” di Elton John tutta di dentro. Bravissimi tutti, ma Tino Tracanna, sax tenore, soprano e Antonello Salis, pianoforte, tastiere, sono una chicca vera. Come la poetica libertà di Fresu alla tromba, flicorno e multi-effects. Argilla da plasmare.