Subsonica, show europeista al Forum di Assago

La band parla ai giovani e contro ogni sovranismo

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Milano, 16 febbraio 2019 - Con qualche ironia, i Subsonica lo chiamano «autorità superiore» quello spirito di gruppo che li tiene assieme imbrigliando le forze disgreganti di 5 personalità complesse. D’altronde a morire e rinascere dopo ogni album la band torinese ci ha fatto il callo come avrà modo di costatare lunedì e martedì prossimi il popolo del Forum lasciandosi trasportare dall’elettronica selvaggia di quell’8 Tour che riunisce il quintetto sullo stesso palco dopo 3 anni di avventure soliste; il cantante Samuel Romano, ad esempio, con l’album «Il codice della bellezza», il tastierista Boosta con «La stanza intelligente» e il chitarrista-ideologo Max Casacci con diversi progetti di ricerca tra cui la musica «scientifica» di quei Deproducers con cui, dopo aver approcciato astronomia e botanica, ora è al lavoro su genetica e dna nell’attesa di riprendere la via dei teatri assieme al filosofo-divulgatore Telmo Pievani.

«Non facciamo modernariato, ma musica contemporanea» spiega Casacci stesso a proposito dell’ultima fatica discografica «8». «Nella nostra musica c’è una mutazione genetica dei linguaggi derivati dell’hip hop e il ritorno alla canzone che vuol comunicare qualcosa. Ma c’è pure il desiderio di arrivare a quella generazione under 35 che rigenererà questo Paese e a cui servono risposte». Una di queste il deciso spirito europeista dello show in risposta ai sovranismi. «Penso che l’Europa sia il posto migliore in cui vivere, quindi sono felicissimo di essere europeo e che l’Italia sia in Europa» dice Boosta. «Se vogliamo vivere in una società civile, responsabile, dobbiamo goderci l’Unione, perché questa è la nostra patria».

Ospite del tour, il rapper torinese Willie Peyote, che ha collaborato coi Subsonica nel singolo «L’incubo», unico featuring dell’ultimo album. Missato da Marta Salogni, bresciana trapiantata a Londra attualmente in forza presso la storica etichetta Mute, «8» trova una mediazione tra le tante anime della band. «Quando ci siamo ritrovati arrivavamo da percorsi così distanti da sentire tutti il bisogno di una ripartenza» ammette Samuel. «Per noi quel nuovo inizio sono stati gli anni ’90. Un po’ come quando, per capire quali capi saranno in voga la prossima stagione, ti fai un giro al mercatino dell’usato per dare un’occhiata a quel che andava un tempo». Già, perché la forza degli eroi di «Tutti i miei sbagli» rimane il collettivo. «I Subsonica, al di là di quello che fanno singolarmente, danno una somma superiore a quella dei singoli addendi» ribadisce Boosta. «Dopo 23 anni passati a perderci e a ritrovarci, abbiamo imparato che una volta assieme l’alchimia torna immediatamente». E il bassista Vicio gli fa eco: «Il matrimonio Subsonica è vivo. Perché siamo un organismo pentacefalo che lascia a ciascuno libertà espressiva, con un’energia fortissima che finisce col rivelarsi superiore a qualsiasi incomprensione». Secondo Ninja, batteria, una bella scuola di vita: «La lezione più difficile è stata imparare a fare un passo indietro e sottrarre qualcosa a se stessi a favore degli altri».