Cocciante fra la Turandot e De Gregori: "I miei quasi cinquant’anni sul palco"

Il cantautore si esibirà domani a Bergamo in attesa di celebrare la sua carriera. "E non solo con un tour"

Riccardo Cocciante

Riccardo Cocciante

Bergamo -  Canzoni allo specchio. In scena domani a Bergamo sul palco dell’Arena Estiva Fiera, “Cocciante canta Cocciante” è uno spettacolo che già dal titolo intende mettere di fronte il Riccardo di ieri e quello di oggi. Sul palco del più francese dei cantautori italiani (o il più italiano di quelli francesi, a seconda dei punti di vista) una rockband formata da Alfredo Golino alla batteria, Roberto Gallinelli al basso, Ruggero Brunetti ed Elvezio Fortunato alle chitarre, Luciano Zanoni alle tastiere, affiancata dai 32 elementi dell’Orchestra sinfonica “Saverio Mercadante” diretta dal Maestro Leonardo de Amicis. Per varare il tour Riccardo è rientrato da New York dove ha assistito al debutto “Notre Dame de Paris” al Lincoln Center. "Con un linguaggio così diverso da quello del musical, non pensavo sarebbe stato apprezzato fino in fondo" ammette. "E invece tutti ne parlano bene...".

L’anno prossimo fanno cinquant’anni di carriera. "Per festeggiarli sto pensando a qualcosa di più eclatante di un tour. Dopo dieci anni di assenza dai palcoscenici, però, sentivo il bisogno di capire se in scena ho ancora la stessa forza fisica e mentale di allora. A 76 anni un dubbio legittimo, credo. Oggi è tutto molto tecnico nella canzone, io mi tengo stretto l’artigianato di questo mestiere".

Festeggerà l’anniversario con un nuovo album e una nuova opera popolare ispirata alla storia di Turandot? "Con un nuovo album di sicuro, con ‘Turandot’ dipende dalle riaperture della Cina. È tutto pronto, ma nell’allestimento ci siamo dovuti fermare causa pandemia. C’è anche il progetto di riportare in scena ‘Giulietta e Romeo’ e, in Francia, di riprendere pure ‘Il Piccolo Principe’ perché mette in luce una parte un po’ diversa di me".

Come ricorda quelle tre canzoni della colonna sonora del film “Roma bene” di Carlo Lizzani che hanno rappresentato il suo debutto nella musica? "Non sapendo esattamente chi fossi, vagavo ancora alla ricerca di una mia dimensione quando Luis Bacalov mi propose di dare voce a quelle sue composizioni. Non erano esattamente nei canoni della canzone italiana del tempo e mi ci trovai benissimo".

Nel ‘74 tenne con De Gregori e Venditti un fortunato concerto al Teatro dei Satiri di Roma. Loro si sono ritrovati proprio quest’estate, le piacerebbe un tour a tre? "Sì. Gli ho pure proposto di fare qualcosa assieme. Abbiamo tre personalità talmente diverse che sarebbe interessante metterle a confronto, come accaduto allora al Teatro dei Satiri".

Riccardo Cocciante in bottiglia: tre canzoni e un album da affidare alle onde. "Metterei ‘Quando finisce un amore’, ‘Dio, ma quanto è ingiusto il mondo’ da ‘Notre Dame de Paris’, e ‘Mio rifugio’ un pezzo uscito in Francia nella colonna sonora di un film di Patrice Leconte. Come album sceglierei il primo, ‘Mu’, un concept in cui, volendo, si può già intravedere quell’attitudine a mettere storie in musica che mi ha portato fino a ‘Notre Dame de Paris’. Ricordo che lo presentammo all’Hilton di Roma tra le opere di Aligi Sassu e la presenza di gente del cinema come Franco Zeffirelli. Al 99% le mie canzoni sono allegoriche, non raccontano fatti reali, ma emozioni, sentimenti, impressioni. Ce n’è solo una che si discosta da questa visione ed è quella ‘Vivi la tua vita’ scritta per la nascita di mio figlio David".