La Rappresentante di Lista e il primo libro: "Raccontiamo le nostre paure per superarle"

Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, conosciuti come La Rappresentante di Lista, al debutto letterario con "Maimamma"

Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina in arte "La Rappresentante di Lista"

Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina in arte "La Rappresentante di Lista"

Milano - «Se avete deciso di leggere questo romanzo, avete un bel po’ di problemi" premettono Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, conosciuti ai più come La Rappresentante di Lista, nel risvolto di copertina di “Maimamma”, debutto letterario che presentano domani (ore 18.30) alla Feltrinelli di Piazza Piemonte. Un volume in cui la coppia, undicesima a Sanremo con “Amare” (ma citata pure da Sorrentino nella colonna sonora della serie tv “The New Pope” col brano “Questo corpo”), colleziona piccole grandi inquietudini esistenziali. “Maimamma” italianizza il titolo dell’ultimo album “My mamma”. "Il titolo ci è stato suggerito dalla nostra protagonista, Lavinia, che ad un certo punto del romanzo si chiede se sarà mai mamma. Il gioco di parole col significato inglese del nome del disco, che è diametralmente opposto, ci piaceva per affiancare due visioni di futuro molto diverse tra loro. Nel romanzo questa visione distopica del domani è legata pure al dramma esistenziale che vive la protagonista in quel momento di passaggio che è la fine dei vent’anni e l’inizio dei trenta". Gestazione lunga? "Anche se può sembrare strano a dirsi, la storia che abbiamo raccontato in ‘Maimamma’ è nata assieme a noi, nel 2011. Poi, un giorno d’estate di un anno e mezzo fa, quando il mondo era fermo e tutto sembrava molto difficile, abbiamo ripreso in mano quella bozza di romanzo con l’intenzione di finirla". Un romanzo sulle crisi della maturità? "Uno sguardo a quella maturità che di generazione in generazione sembra allontanarsi sempre di più comportando prese di coscienza sempre più tardive. Ma non c’è solo pessimismo, visto che la nostra protagonista è incinta e quindi spinta dagli eventi a guardare avanti. Raccontare in una storia così le nostre paure rappresenta un modo di esorcizzarle; tant’è che il romanzo tocca pure altri temi a noi molto cari, a cominciare da quello ambientale". Lavinia parla con le blatte e da piccola sognava di addomesticare le pantere. "All’inizio il suo orizzonte è molto ampio, perché l’adolescenza non è ancora scomparsa del tutto, ma nel corso del romanzo il campo visivo finisce col restringersi sempre più. Lavinia diventa più monologante, più sola, e chiusa, proprio come la blatta, in una corazza a tu per tu con le proprie paure". Questo libro lascerà traccia nello spettacolo che porterete in tour a primavera, con tappa finale il 5 aprile al Fabrique di Milano? "Sì, per integrare il racconto del disco. Nello spettacolo vogliamo focalizzarci molto, infatti, su quest’ultimo progetto dando rilievo a tutte le sfumature dell’idea che c’è dietro. Perché i nostri concerti non sono mai solo musica e intersechiamo fra loro drammaturgie diverse per sorprendere lo spettatore da più lati".i