Quintorigo, opera rock jazz. Gli Opposti del Novecento

Il nuovo album “Opposites” è uno dei lavori più importanti degli ultimi anni

Il gruppo musicale Quintorigo

Il gruppo musicale Quintorigo

Milano, 28 giugno 2018 - Doppio, come un whisky. Come due strepitosi cd. “Opposites” è uno dei lavori più importanti degli ultimi anni e il fatto che i Quintorigo siano un gruppo fra jazz, avanguardia, contemporanea e prog, non deve distrarci dal fatto che è difficile ascoltare di meglio in Europa. Ne parleranno in anteprima il 3 luglio allo Spirit de Milan, nello spazio di Rock Files Live condotto da Ezio Guaitamacchi a Lifegate Radio (alle 22.30 in via Bovisasca 59). La prima live è invece il 5 a Udin&Jazz. Un album di inediti, che loro presentano come «un’opera gangster rock jazz» nell’album di originali e un viaggio nel Novecento nel secondo, che spazia da Ornette Coleman a Dave Brubeck, Gerry Mulligan e Kurt Weill, David Bowie e Rage Against The Machine. Quintorigo è bagliori e ombre, tutti i chiaroscuri, i clangori del Novecento. Monk, Mingus, Ornette, i Soft Machine e Robert Wyatt, Kronos Quartet, gli Area. Contrabbasso, violoncello e violino, sax e percussioni. Con il flicorno di Enrico Rava ospite angelico e disturbatore. Testi scuri e la voce di Alessio Velliscig, ponte voltaico perfetto fra rock sperimentale e jazz. Ma anche la classicità di Duke Ellington e Oliver Nelson. Un linguaggio trasversale che attraversa i generi e il lessico strumentale, ma anche i piani narrativi, con l’attitudine libertaria del free jazz e la chiave di corde anarchiche e dissonanti.

Il prog è un muro-specchio che parte dai ‘70, più lontano da Brecht e Weill, e costruisce il prossimo song book. Loro vedono “Opposites” così: «Una creatura multimorfica e cangiante, una complessa architettura postmoderna, uno skyline sonoro irregolare e fascinoso, un’immensa tela dove si riconoscono i profili apollinei di Ellington, Monk ed Oliver Nelson, quello cubista di Ornette Coleman, quello espressionista ed istrionico di Weill; ma anche l’astrattismo un po’ glam di Bowie, le tinte acide e fauve dei RATM. Poi c’è la dark side, l’altra metà. Galleria d’inediti con cui Andrea e Gionata Costa, Stefano Ricci e Valentino Bianchi, la voce di Alessio Velliscig, il drumming creativo di Stefano Nanni e il prezioso lirismo di Enrico Rava, riscrivono la loro personale storia della musica». Dettagli fondamentali. Enrico Rava suona il flicorno in “1977”, “Opposite attract”, “Waltz for Naima”, “Grey comedy”, “Space Oddity” e “Jeru”. E Joe Pisto è il crooner contemporaneo in “You Go To My Head”. Una delle mie ballad preferite (anche di Billie). Stolen Moments. Bollicine. Capolavoro.