ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Paolo Buonvino live, basta studio: "Guardo in faccia il mio pubblico"

L’artista catanese va in scena domani sera al Cortile delle Armi del Castello Sforzesco con i suoi successi

Fuori dalla studio di registrazione, l’artista gira la Penisola con un tour

Fuori dalla studio di registrazione, l’artista gira la Penisola con un tour

Milano – Eppure sentire. In un’estate di alti e bassi quanto ad affluenze come quella che stiamo vivendo andarsene in tour col salto nel grande schermo di “Paolo Buonvino Live”, viaggio nelle colonne sonore del maestro catanese, rappresenta un’esperienza d’ascolto non esente da rischi. Ma il pubblico sembra essersi appassionato alle complicazioni sentimentali de “L’ultimo bacio” o “Caos calmo” e al loro compendio musicale, così come a quelle della Elisa di “Manuale d’amore 2”, come conferma lo spettacolo in scena domani sera al Cortile delle Armi del Castello Sforzesco.

Buonvino, cosa l’ha spinta ad andare oltre lo studio di registrazione per imbarcarsi in un vero e proprio tour affiancato da un ensemble di otto musicisti?

"Dopo quasi cento film, desideravo poter dire vis-à-vis alla gente ‘questo sono io’, trovare modo di parlarle in maniera diretta con la mia musica. Debbo dire che la risposta altrettanto forte e sincera, cosa che ovviamente mi rende felice".

Un centinaio di film più diverse esperienze qualificanti nel pop d’autore. C’era tanto da scegliere.

"Non mi sono limitato a mettere assieme le composizioni che reputo più interessanti, ma a creare un vero e proprio percorso; come se si trattasse con una colonna sonora nuova. Tutto partendo dalla dimensione mistica del ‘Fatima’ di Marco Pontecorvo per spingermi verso i tanti lavori realizzati al fianco di Gabriele Muccino, da ‘L’ultimo bacio’ alla serie ‘A casa tutti bene’, senza tralasciare le colonne sonore di altre importanti produzioni tv come ‘I Medici’ e ‘Il Gattopardo’. Come spiego nel concerto, apro le porte del mio studio alla sensibilità dello spettatore affinché utilizzi quelle musiche, quelle foto dell’anima, per diventare il regista di un proprio film".

Le sue collaborazioni pop, spaziano da Battiato a Skin, da Jovanotti a Bocelli, da Elisa alla Mannoia, ai Negramaro. Cosa le hanno lasciato?

"Tutti mi hanno lasciato qualcosa di importante. Anche se Franco (Battiato, ndr) è stato per più di trent’anni una specie di fratello maggiore, una presenza costante e molto importante della mia vita. Con Skin abbiamo passato dieci giorni assieme a comporre musica in una villa siciliana difronte al mare. Ne sono nate 8 canzoni, poi però è arrivato il Covid e i progetti sono cambiati, ma rimane un’esperienza bellissima".

In questo momento di grande fragilità della canzone pop, incapace di incidere sulla memoria dei tempi come accadeva in passato, qual è il ruolo della musica da cinema?

"In tempi di piattaforme e rapidi consumi, la colonna sonora gode per sua natura di una dimensione più stabile. Credo che il problema della canzone sia l’overdose di offerta, che crea difficoltà nell’individuare l’opera di valore. Gemme ce ne sono, ma rischiano di rimanere nel fondo del mare magnum in cui si trovano. E questo vale un po’ per tutti i campi dell’espressione artistica, visto che pure il cinema corree rischi simili".

Prossimi impegni?

"Sono al lavoro su due progetti, uno è la colonna sonora del film che Gabriele Muccino sta finendo di girare tra Tangeri e Roma (‘Quella sottile linea’, ndr), l’altro le musiche della nuova produzione per Netflix di Ficarra e Picone. Debbo dire che per mettere in piedi questo spettacolo dal vivo ho dovuto dire no a diverse proposte. La speranza, infatti, è quella di poter andare oltre l’estate e portarlo in inverno pure nei teatri".