Niccolò Fabi in tour: "Vi regalo le mie due ore di sogno"

Il cantautore prima al Vittoriale poi al Carroponte: con i sentimenti andiamo insieme oltre il Covid

Niccolò Fabi

Niccolò Fabi

Gardone Riviera (Brescia) - Voli di rondini fuori stagione. "La canzone sta uscendo da un lunghissimo inverno, quindi l’esperienza di ritrovarsi finalmente sulla strada dopo otto mesi di silenzio forzato è davvero liberatoria" ammette Niccolò Fabi, che festeggia questa primavera musicale ritardata con una nutrita agenda di concerti che lo vede in scena domani all’Anfiteatro del Vittoriale di Gardone Rviera, nell’ambito della rassegna Tener-A-Mente, e il 6 settembre al Carroponte di Sesto San Giovanni. "Se la scorsa estate trovarsi davanti un pubblico distanziato con la mascherina era in qualche modo scioccante, quest’anno c’è un’abitudine che ti permette di andare oltre quel tipo di sensazione".  Fra recuperi e nuovi concerti la sua è un’estate in tour. "Sì, trentadue date. Ventisei col gruppo e solo sei in trio acustico con Bob Angelini e Pier Cortese. Questi ultimi sono concerti intimi da quattro-cinquecento persone che sarebbe antieconomico affrontare in formazione completa. Eventi speciali che hanno pure una scaletta diversa". 

L’ultimo album “Tradizione e tradimento” è del 2019. "Già, è uscito ormai da un anno e mezzo e le sue canzoni sono finite in quel ‘grande cassetto’ da cui attingo cose senza stare a guardare l’anagrafe. Ecco perché il concerto non focalizza particolarmente il repertorio di ‘Tradizione e tradimento’, ma si concentra un po’ su tutta la mia produzione".

Ultimamente si è molto parlato di Roberto Angelini per motivi extra musicali che hanno scatenato il web, mirando gli attacchi pure su “Propaganda live” che lo ospita nella sua house-band. Sorpreso? "Bob è troppo caro per lasciarmi la serenità di giudicare il suo caso in maniera oggettiva. Se anche ha fatto una sciocchezza (un rider del ristorante giapponese che possiede a Roma pagato in nero, ndr ) il suo caso è emblematico; l’esempio di qualcosa che accade troppo spesso in rete, manifestando un’aggressività repressa sicuramente acuita da questo momento di reclusione in cui ognuno di noi, in assenza di empatia, riesce a vedere dal suo sommergibile solo l’orizzonte ristretto che gli para davanti l’occhio del periscopio". 

Un segno dei tempi. "I giudizi di Internet non prevedono approfondimento né tantomeno empatia, ma sono unicamente frutto del bisogno di sfogarsi, spesso amplificato da testate online interessate solo al proprio potere mediatico. Testate d’informazione portate a caricare quotidianamente il fucile da puntare su una nuova vittima; a loro interessa poco la verità, gli basta buttare un pezzo di carne insanguinata in pasto agli animi affamati da una vita poco gratificante, ulteriormente peggiorata nell’ultimo anno dalla condizione sociale in cui ci ha precipitati la pandemia. Il segno tangibile di un forte malessere sociale". 

Quanto pensa che questo nuovo spettacolo risenta del clima che si respira in giro? "Non molto. Abbiamo vissuto, e stiamo vivendo, un’esperienza straordinaria, ma nella composizione della scaletta non sento il bisogno di guardare ai miei brani da quell’ottica. Le mie canzoni vivono una dimensione che è più onirica e simbolica di quelle proposte da artisti maggiormente legati al contingente di quanto non lo sia io. Ecco perché penso che la gente venga da me a chiedere due ore di sogno".