Milano, 23 giugno 2020 - «Dobbiamo fare rete, rispondere insieme alle esigenze nate durante questa emergenza", racconta Francesca Moncada, presidente di Amur, comitato nazionale che riunisce e coordina importanti enti concertistici italiani. Fra luglio e settembre Amur organizza “Musica con vista”, festival diffuso di musica da camera eseguita all’aperto, sedici tappe per riscoprire le meraviglie del Paese e i nuovi talenti. Entusiasta e tenace, un amore sconfinato per la cameristica, è anche vicepresidente della Società del Quartetto Milano e fondatrice de Le dimore del Quartetto, Francesca Moncada afferma che "nel nostro Paese la musica da camera è poco considerata, la nostra attività è fondamentale proponiamo concerti sull’intero territorio, non solo in città. Diamo l’opportunità di apprezzare interpreti internazionali e un repertorio straordinario". Primi appuntamenti il 6 luglio con Nerida Quartett nel giardino di Villa Bernasconi, Cernobbio, l’8 luglio nel parco di Villa Necchi Campiglio con lo zArt Quartett. Come avete ideato i concerti? "Cercando con cura spazi esterni, ogni concerto dura un’ora ed è introdotto dai musicisti. Questo crea comunicazione con il pubblico, lo fa sentire partecipe. Il festival dà valore al territorio, ogni luogo scelto suggerisce allo spettatore che attorno c’è altro da vedere. Chi assiste fa un’esperienza sensoriale, grande musica unita all’incanto di giardini e chiostri".
E come avete scelto gli spazi?
"Ogni ente ha proposto un luogo iconico, inoltre collaboriamo con il Fai, a Milano saremo a Villa Necchi, a Varese a Villa Panza. Siamo ospiti a Villa Bernasconi di Cernobbio, a Sondalo terremo un concerto sul Sagrato della Chiesa di San Giovanni Battista a Mondadizza. Andremo anche nel Giardino del Teatro Olimpico di Vicenza e a Napoli a Villa Pignatelli. Non paghiamo l’affitto dei luoghi, gli enti concertistici donano la musica. Si tratta di un’economia circolare in cui ogni soggetto ha un unico scopo, far ripartire la cultura".
Ha lavorato per anni nel mondo della pubblicità. Cos’ha ricevuto maggiormente?
"Mi ha insegnato a essere pubblico, consapevole che la sua importanza è pari a quella dell’interprete. Pur amando la musica, ho studiato per dieci anni pianoforte, non mi sono mai sentita un erogatore. Il mio sguardo è da spettatore. E mai dimenticare che il contenitore vale quanto il contenuto".
Quali autori l’hanno formata?
"Ascoltare il Quartetto di Cremona è stata per me una rivelazione. La musica per quartetto da una sensazione intima, profonda, spirituale, quindi direi Beethoven, Schubert, Mendelssohn, Brahms, Shostakovich, Mozart. Far conoscere la musica per quartetto è la mia missione".
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