Mondo Marcio e la depressione: "Una fiamma mi ha aiuto a rialzarmi e a scrivere canzoni"

L'artista, pseudonimo di Gian Marco Marcello, parla del suo album più introspettivo “Magico“ Dopo mesi di malattia ecco il disco in uscita il 7 ottobre

Gian Marco Marcello, in arte Mondo Marcio

Gian Marco Marcello, in arte Mondo Marcio

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Milano - Lungo viaggio nella notte. "Durante la pandemia, come molti, non ho potuto lavorare, non ho potuto viaggiare e in più c’è stata la fine di una storia molto, molto, importante che mi ha gettato nella depressione costringendomi a prendere psicofarmaci per la prima volta in vita mia.

Mondo Marcio parla di “Magico”, l’album più introspettivo pubblicato finora, come di un gancio in mezzo al cielo, dell’appiglio che gli ha permesso di rialzarsi. E di tenere la fiamma accesa. “La ‘magia’ del titolo fa riferimento proprio a quella fiamma” dice lui, che nel disco (in uscita il 7 ottobre) ospita pure Gemitaiz, Arisa, Caffelatte e Nyv. "In certi momenti l’importante è ricordarsi che c’è e deve ardere. Io lo faccio scrivendo canzoni".

Ma nell’ep dell’anno scorso “My Beautiful bloody break up” non s’era già psicanalizzato abbastanza?

"Quelle sono canzoni che avevo scritto per me. Poi ho pensato che avrebbero potuto aiutare qualcuno che viveva i miei stessi disagi e ho deciso di pubblicarle. Tanto l’ep che questo album hanno avuto una funzione curativa, le cose sono migliorate anche se penso che certe storie non finiscano mai, perché l’amore è frutto di coincidenze meravigliose che non puoi forzare, controllare o prevedere".

Sullo sfondo, come sempre, c’è Milano.

"È la città in cui sono cresciuto e quindi ha un ruolo in tutte le mie storie, anche quando mi fa arrabbiare. Non è forse quella che mi ha formato, ma quella che m’ha accolto (e riaccolto) ogni volta che ci sono tornato dai miei giri per il mondo".

Due o tre brani da mettere nella playlist?

"Sicuramente ‘Mezzanotte’, perché è una canzone-manifesto che parla della coscienza di vivere in un’armatura, ma anche del desiderio di togliersela, ‘Allo specchio’, perché tira fuori la mia vulnerabilità, e, probabilmente, ‘Senza veli’ perché, pur parlando di sesso, scopre la mia parte giocosa e bambina".

Il 7 ottobre presenta “Magico” alla Feltrinelli di Piazza Duomo. Ma gli instore non erano cosa passata?

"La musica va vissuta, respirata, masticata, condivisa e non solo tenuta su un cellulare, quindi ogni occasione di confronto è benvenuta. Oggi che comanda il digitale e la musica scaricata, gli instore non li facc tanto per vendere dischi fisici, ma per incontrare i fans nell’attesa di ritrovarli sotto al palco a febbraio, l’1 a Roma, il 2 qui a Milano e il 3 a Torino".