Milano, Michele Canova presenta il suo primo disco da artista

E' stato produttore e autore di Jovanotti, Fabri Fibra e tanti altri. Tornato in Italia ora pubblica "Level one”

Michele Canova Iorfida, produttore, autore di caratura mondiale e musicista: dopo dieci an

Michele Canova Iorfida, produttore, autore di caratura mondiale e musicista: dopo dieci an

Il suo biglietto andata e ritorno per la California, il produttore Michele Canova Iorfida l’ha esaurito una settimana fa, rientrando definitivamente a Milano dopo dieci anni di vita e lavoro a Los Angeles. La sua lista di collaborazioni è lunga così e va da Jovanotti a Tiziano Ferro, da Fedez ad Alicia Keys, senza tralasciare Eros Ramazzotti, Alanis Morissette, Janet Jackson, Marco Mengoni, John Legend o la Dark Polo Gang. Canova è però il “marchio” scelto da Michele per pubblicare “Level one”, suo primo disco nei panni d’artista in cui spuntano amici come Fabri Fibra, Giorgia, Luca Carboni, Nayt, Tredici Pietro, e altri ancora. Preannunciato dal singolo “Benedetto l’inferno” con Gianna Nannini e Rosa Chemical, l’ep conta su 7 brani in bilico tra urban, soul e canzone d’autore.

Canova, com’era partita l’avventura americana? "Nel 2010 ho cominciato a scrivere canzoni. Non ce la facevo più a produrre 64-65 pezzi l’anno per altri e così pensai di cominciare a fare qualcosa di mio. Il risultato furono 4-5 basi su cui caddero le attenzioni di Fabri Fibra e Jovanotti, che le trasformarono in ‘Vip in trip’ e, credo, ‘Tutto l’amore che ho’".

Due pezzi di successo. "Già, che da un giorno all’altro mi trasformarono in autore molto richiesto. Il presidente europeo dell’allora Emi mi propose un contratto mondiale e io, davanti alla parola ‘global’, chiesi ingenuamente di poter lavorare a Los Angeles, dove nel 2007 avevo prodotto ‘Safari’ di Lorenzo e nel 2009 ‘Alla mia età’ di Tiziano Ferro riportando una fortissima impressione. Quando mi sono sposato, nel settembre 2012, avevo già deciso da due mesi con mia moglie di trasferirmi in California".

Come andò? "Bene, ma dopo aver fatto avanti e indietro per un po’ di anni, complice anche la nascita di mio figlio, decisi di stabilirmi là. Sul piano personale la vita è andata avanti a gonfie vele, crescendo amicizie (con Sandra Bullock, ad esempio, perché i nostri figli frequentano la stessa scuola) ed entrando nell’ambiente".

Cosa vi ha fatto cambiare idea? "È stato il Covid a rimescolare le carte, spingendomi ad aprire una mia etichetta, la Canova Rec, e con conseguente presa d’atto che la lontananza dal mio team italiano non era proprio un vantaggio. Convinzione riaffermata pure dalla perdita di mia madre e dalle peripezie affrontate per starle vicino negli ultimi giorni. Mi sono reso conto che Padova, la città dove sono nato, è bellissima e Milano, quella dove sono venuto a vivere, pure".

Al rientro in Italia, che Milano ha scoperto? "Ho trovato l’America in Italia. Stessa visione delle cose, stesso modo di lavorare. L’Expo l’ha veramente cambiata tanto rendendola eccitante. Molto più vicina a Los Angeles di quando l’ho lasciata".