Marracash e il triplo platino: "Voglio diventare il Vasco del rap"

L'artista e l’offerta irrifiutabile del rocker: basta con lo stereotipo del ghetto, pronto al confronto con Fedez

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Milano - «Dopo il successo di ‘Persona’ sentivo solo il bisogno di aggiungere una ’‘appendice“ a quelle canzoni", spiega Marracash parlando del triplo platino incassato in sei mesi dall’ultimo album ’Noi, loro, gli altri’. "Un album fuori da ogni logica commerciale che non avrei mai immaginato capace d’incontrare un riscontro addirittura maggiore del predecessore". Frutto della fortunata congiunzione astrale è pure il videoclip di ’Dubbi’, realizzato con l’animazione di oltre 2.500 disegni di Tarik Berber, presentato l’altra sera dallo stesso "Marra" allo spazio Assab One di Milano. Tutto nell’attesa di prendere la strada con quel Persone Tour atteso pure all’Arena Campo di Marte di Brescia il 15 luglio e al Forum di Assago per ben 6 sere dal 13 al 20 settembre (biglietti ancora disponibili solo per il concerto del 18).

Risultato imprevisto e imprevedibile.

"Sì, anche perché s’è rivelato un disco abbastanza difficile da scrivere. Abbastanza doloroso ed emotivamente provante. Per scrivere certe cose, infatti, devi scavare dentro di te e non sempre quello che trovi è piacevole. Anzi, quasi mai".

Quello dell’hip hop è un linguaggio in evoluzione.

"Non credo sia più rivoluzionario mettersi una collana d’oro. Quella del ragazzo del ghetto che diventa qualcuno, infatti, è un tipo di narrazione super sfruttata. Il passo successivo penso sia portare qualcosa di nuovo". Il disco è arrivato anche ad altre forme d’arte.

"Sì, usato da attori e registi come il mio amico Valerio Mastrandrea o i fratelli D’Innocenzo. Pure io in tour, accompagnato da una band di quattro elementi, canterò con l’ausilio di visual straordinari".

Ghali dice che lei ha una visione del futuro molto nitida.

"Sì e dal vivo vorrei utilizzare la parte visiva proprio per enfatizzare i messaggi dei brani. Uno dei temi più caldi per me al momento è, ad esempio, quello dell’autenticità. In giro c’è molto ‘cosplay’, tutti si vestono da rapper, da rocker, ma in questo si perde identità collettiva e delle sottoculture. Tutto finisce in un melting pot in cui diventa difficile capire chi è chi. Fa un po’ paura oggi vedere ventenni che non sono ribelli".

Beh, i ventenni ascoltano lei. "Sì, però mi ascoltano pure altri".

Vasco l’ha voluta ne ’La pioggia alla domenica’.

"La sua è una di quelle offerte che non si possono rifiutare. Sono, infatti, un suo grandissimo fan che lo ritiene un grandissimo maestro di scrittura musicale. È abbastanza pacifico che chiunque scrive canzoni in Italia non possa prescindere da lui". Vasco è un modello?

"Assolutamente sì. Vorrei tanto diventare il Vasco o il Lucio Dalla del rap".

Fedez è tornato amico con J-Ax. C’è possibilità che si appianino le cose pure fra voi?

"Ho già detto in passato che sono pronto a confrontarmi pubblicamente con lui, perché ormai siamo grandi e continuare a punzecchiarsi sui social è un comportamento sterile che non porta a niente. Non avendo alcunché di personale contro Fedez, sono contento che abbia fatto pace con Ax".

Il video di ’Crazy love’ l’ha girato con Elodie tra sciabole e frecce.

"Io ed Elo abbiamo un rapporto in corso. Chi è abituato ad incasellare le cose dubito che possa capirlo fino in fondo perché non abbiamo una ‘relazione’ come la intendono in molti, ma ci vogliamo molto bene".