"Battiato, arrivato in silenzio. Diventato un grande"

L'impresario ricorda i primi anni a Milano del maestro scomparso ieri

Lucio Piccoli

Lucio Piccoli

Busto Arsizio (Varese) - La prima esibizione in Lombardia di Franco Battiato l’ha organizzata Lucio Piccoli, da oltre 50 anni nel mondo dello spettacolo. "Un giorno - ricorda - mi ha chiamato Giorgio Gaber chiedendomi di trovare delle occasioni per far cantare un giovane che arrivava dalla Sicilia. Fallo lavorare perché è uno bravo, mi disse. Lui aveva sentito dei provini e ne era rimasto affascinato". Piccoli fece esordire Battiato alla Capannina, un dancing che si trovava nel centro di Busto Arsizio. Trovò per lui il pianista e il chitarrista, uno che ancora oggi si esibisce proponendo i brani di Battiato. "Quando arrivò a Milano con la classica valigia di cartone andò ad abitare a fianco di Gaber, che gli aveva trovato due locali, dove poi venne anche la madre. Io l’ho seguito per i primi anni, sino a quando il pubblico, ma soprattutto i discografici si accorsero di lui... e fu un successo dietro l’altro. Era molto riservato. Tanto che quando qualche ragazza si avvicinava a lui per chiedergli un autografo mi guardava spaesato... “Ma questi cosa se ne fanno di una mia firma?“, mi chiedeva". Piccoli ricorda l’incontro con Battiato nel suo libro “Una vita da impresario“. La sua agenzia, ora gestita dal nipote Massimiliano Paganini, ha curato l’ultimo concerto milanese di Battiato, nel novembre del 2016, all’auditorium Verdi. Quella sera cantò seduto per i postumi dell’incidente mentre era al teatro Petruzzelli di Bari nel 2015 dove, cadendo, riportò la frattura del femore. Poi ebbe un’altra grave caduta, in casa, in cui fratturò nuovamente femori e bacino. "Da allora - dice Piccoli - non ha più recuperato la forma fisica. Se ne è andato in silenzio... come era venuto a Milano dalla sua Sicilia".