Luca Serianni, chi era il linguista morto dopo essere stato investito lunedì scorso

Studioso della lingua italiana e dei dialetti, ma anche appassionato dantista. Suoi gli aggiornamenti del vocabolario Devoto-Oli

Il linguista Luca Serianni

Il linguista Luca Serianni

Mondo della cultura in lutto per la scomparsa del linguista Luca Serianni, morto tre giorni dopo essere stato investito da un'auto mentre attraversava la strada a Ostia, la cittadina del litorale romano dove risiedeva.

Studi e carriera

Nato a Roma il 30 ottobre 1947, Luca Serianni si laureò in Lettere nel 1970 all'Università "La Sapienza" di Roma. Assistente ordinario nel 1973, è stato professore incaricato di Storia della lingua italiana presso le università di Siena (sede di Arezzo, 1974-75), L'Aquila (1975-76), Messina (dal 1976-77 al 1979-80). Nel 1980 divenne professore ordinario di Storia della lingua italiana alla Sapienza, cattedra che ha lasciato cinque anni fa, alla chiusura della carriera accademica.  

Serianni era dottore honoris causa dell'Università di Valladolid e di quella di Atene. Nel 2004 ha ricevuto all'Accademia dei Lincei il Premio del ministro dei Beni culturali del Premio per la Filologia e la Linguistica. Dal 2005 era cittadino onorario del Comune di Bibbiena. È stato 'profesor visitante' nell'università di Santiago di Compostela e ha tenuto ciclo alla Scuola Normale di Pisa e all'Università di Basilea.  Tra le tante istituzioni di cui era socio, anche l'Accademia di Scienze e Lettere di Torino, l'Accademia Virgiliana di Mantova, l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Fondazione Lorenzo Valla. Dal 2010 era vicepresidente della Società Dante Alighieri e, presso lo stesso sodalizio, è stato presidente negli anni 1999-2003 del "Progetto lingua" per l'insegnamento dell'italiano all'estero. Era membro del comitato scientifico di "Rivista italiana di onomastica" e "Rivista italiana di linguistica e dialettologia".  Nel 2006 Serianni fu nominato dall'allora ministro dei Beni culturali presidente di una "Commissione tecnica con il compito di procedere ad un complessivo esame del linguaggio e della terminologia in materia di beni e attività culturali e di elaborare le relative proposte". 

La produzione libraria

Serianni ha dedicato la sua vita al "culto" della "parola", scritta e parlata, affermandosi come uno dei più influenti linguisti italiani, autore di numerosi testi sulla grammatica che hanno fatto la storia recente della linguistica. Ha curato, a partire dal 2004, gli aggiornamenti del vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli e dall'edizione del 2017 ne è divenuto anche coautore. Serianni ha scritto una fortunata "Grammatica italiana" (Utet), più volte ristampata (anche come Garzantina con il titolo "Italiano" nel 1997) e ha curato, con Pietro Trifone, una "Storia della lingua italiana" in tre volumi (Einaudi, 1993-94). Tra i suoi numerosi libri più recenti figurano: "Prima lezione di grammatica" (Laterza 2010), "La lingua poetica italiana. Grammatica e testi" (Carocci, 2009), "L'ora d'italiano" (Laterza, 2010), "Italiano in prosa" (Cesati, 2011), "Leggere, scrivere, argomentare. Prove ragionate di scrittura" (Laterza, 2013). Il suo volume è "Parola di Dante" (Il Mulino, 2021), in cui ha sintetizzato i suoi molti studi lessicografici e filologici sul Sommo Poeta. Giurato del Premio Strega, nel 2007, per i suoi 60 anni, è stata pubblicata in suo onore una miscellanea di studi scritti da 45 allievi ("Scritti linguistici per Luca Serianni", Salerno editrice), che lui considerava come la sua famiglia.

Gli autori trattati

La sua attività di ricerca ha spaziato in quasi tutti i settori della storia linguistica italiana: dalla grammatica storica alla lingua letteraria, dal Medioevo all'età contemporanea, dalla fonologia al lessico. Particolare attenzione ha costantemente prestato all'accertamento filologico, considerato preliminare e indispensabile per l'analisi linguistica del testo. Ha esordito occupandosi di dialetti toscani medievali (aretino e pratese), con edizione e commento linguistico di testi; ancora alla Toscana è dedicata l'edizione commentata di un trattato del tardo Cinquecento (il Turamino del senese Scipione Bargagli, 1976). Negli anni Ottanta i suoi interessi si sono concentrati nel XIX secolo; ha studiato, tra l'altro, in saggi di varia estensione, la codificazione normativa dei puristi, il linguaggio della medicina, la riforma linguistica manzoniana, il rapporto lingua-dialetto a Roma, con particolare riguardo a Giuseppe Gioacchino Belli, l'espressionismo di Vittorio Imbriani. L'attenzione alla lingua letteraria lo ha portato, dagli anni Novanta, a studiare autori e momenti linguisticamente significativi specie dei secoli XVI-XVIII (rappresentazione dell'oralità nella lingua poetica, Della Casa, Davanzati, Varano, lingua poetica neoclassica, Metastasio, lingua dei libretti ecc.) e del XX secolo (l'ultimo D'Annunzio, Pasolini, Bellonci, Tomasi di Lampedusa, Panzini lessicografo, giornali contemporanei, didattica dell'italiano); particolare attenzione ha dedicato a Carducci poeta e prosatore.