Luca Madonia si racconta: "Con questo album riannodo i fili della musica e dei ricordi"

Il cantautore catanese da oggi con “Stiamo tutti ben calmi" racconta gli anni milanesi e l’amico Franco Battiato: "Nel 2011 venne a cantare ‘L’alieno’ all’Ariston"

Luca Madonia riannoda nel suo ultimo album i fili di vita, luoghi, amicizia su Milano

Luca Madonia riannoda nel suo ultimo album i fili di vita, luoghi, amicizia su Milano

Milano - Una rilettura «adulta» del passato che scivola tra le dita annerendole con l’inchiostro di un vissuto duro da lavare via. Da oggi sulle piattaforme, "Stiamo tutti ben calmi" è l’album con cui Luca Madonia annoda luoghi e amicizie di una vita artistica cresciuta pure a Milano a fianco di amici come Battiato. "L’appartamento milanese di Franco era in Via Lusardi, proprio difronte alla sede delle sue edizioni ‘L’Ottava’" ricorda il cantautore catanese. "Anche se era tornato a vivere in Sicilia nell’88, Battiato non aveva rinunciato a mantenere un piede al Nord. Ricordo ancora le passeggiate al Parco San Celso".

Di serate assieme ne avete passate tante.

"La prima che mi viene in mente è quella alla Scala, per un concerto di Milva imperniato sul suo repertorio italiano e tedesco".

Ma il suo rapporto con la città com’era cominciato?

"Durante l’ultimo tour dei Denovo avevo iniziato a respirare una gran voglia di cambiamento, di andare oltre le logiche della band e del mondo new wave frequentato fino a quel momento. Così, quando nel ’90 la Wea mi propose di avviare un percorso solista, accettai. A cavallo tra Natale e Capodanno di quell’anno mi trasferii a Milano per lavorare al mio primo album nei Cave Digital Studio di Mauro Paoluzzi, nella zona di Corso Buenos Aires, dove orbitavano pure artisti come Vecchioni, Mango, Patty Pravo. Franco stava dall’altra parte della città ma ci vedevamo spesso".

Che ricordo ha dei suoi anni milanesi?

"Eccellente perché sono quelli in cui, poco più che trentenne, decisi di rimettermi in gioco dopo l’esperienza di band. In città avrei inciso tre dischi, ‘Passioni e manie’ nel ’91, ‘Bambolina nel ’93 e quel ‘Moto perpetuo’ del ’94 da cui in questo disco attingo cose come ‘Grida’ o la stessa ‘Moto perpetuo’ impreziosita nella versione originale dalla presenza di Franco".

Come ha scelto le canzoni del disco?

"Puntando sui brani che amo di più e che penso mi rappresentino meglio, compresa quella ‘Ma che idea’ portata a Sanremo nell’88 con i Denovo e al tempo non troppo amata, ma molto apprezzata in questa rilettura. Due legate a doppio filo col ricordo di Battiato, ‘L’alieno’ e quella ‘Buon umore’ che nell’89 lo convinse a produrre i Denovo di ‘Venuti dalle Madonie a cercar Carbone’".

«L’alieno» la portaste pure a Sanremo.

"Con un gesto di grandissima amicizia, Battiato nel 2011 venne a cantare ‘L’alieno’ all’Ariston. Io gareggiavo, Morandi presentava, e lui era amico di entrambi. Provinammo il pezzo a Catania e lo registrammo qui a Milano, in quegli studi di Pino ‘Pinaxa’ Pischetola che frequentava assiduamente. Per non prendersi la scena, Franco mi pregò di dire alla stampa che lui veniva semplicemente nei panni di corista. Era fatto così".