Sergio Gerasi, l’ultimo eroe romantico a Milano

Graphic novel: sogni e fantasia, con riferimenti a Buzzati e Merini

Sergio Gerasi

Sergio Gerasi

Milano,17 giugno 2018 - Fa parte anche lui della schiera, già folta, di chi considera, e ama, Milano come una città romantica. Oggi, non nell’Ottocento del Manzoni, o, meglio ancora, degli Scapigliati. Tanto che la sua ultima graphic novel, appena edita da Bao Publishing, Sergio Gerasi l’ha intitolata esplicitamente “Un romantico a Milano”. Sempre più bravo, Gerasi. Pur legato ai doveri d’ufficio che la Sergio Bonelli Editore gli ha imposto per la serialità di “Dylan Dog” e “Mercurio Loi”, nei suoi lavori personali Gerasi ogni tre o quattro anni cambia stile. L’attuale, il più impegnativo e certo il più suggestivo, è frutto di due circostanze. Più intimo, il primo: «Il mio passaggio da uomo libero a padre». Professionale, l’altro: «Ho fatto un viaggio in Francia in occasione del Festival di Angoulême. Lì ho incontrato autori come Cyril Pedrosa, li ho visti disegnare e ne sono rimasto fortemente colpito, tanto da decidere di adottare questo stile. È un percorso dal quale non riuscirei a tornare indietro».

Uno splendido viaggio onirico, il romanzo che Gerasi ha scritto e disegnato. Sdoppiandosi in Drogo e Fermo. Questi, che conduce una tranquilla vita familiare, ha assaporato il gusto del successo, il suo “In estate le mie mani sapevano di mare” gli ha regalato applausi, soldi, fan, seduttrici. E nel curriculum di Gerasi si conta davvero, quattro anni fa, un “In inverno le mie mani sapevano di mandarino”, sempre pubblicato da Bao. Ma l’autore precisa: «Sì, le storie dei miei due protagonisti sono vicine al mio modo d’intendere il processo creativo, ma la mia nuova graphic novel non è un libro autobiografico». Drogo, invece, costretto a un lavoro noioso e ripetitivo fra colleghi di non invidiabile volgarità, assapora soprattutto cocktail, conoscitore dei più raffinati intrugli. Ma soprattutto, sui temi delusione, occasioni mancate, aspettative deluse, intavola conversazioni a cuore aperto con grandi nomi della passata cultura milanese.

Dino Buzzati, che Gerasi ama particolarmente: «Drogo oggi recita nel “Trono di Spade”, ma nel 1940 era il protagonista del celebre “Deserto dei Tartari”. Bruno Munari: «Non gli manca niente, tranne quello che vuole davvero». Lucio Fontana: «La spugna nel suo stomaco ha assorbito finchè ha potuto». Piero Manzoni, anche lui grande appassionato di vertigini alcoliche. E l’Alda Merini che tanti milanesi non hanno dimenticato. E, mentre vaga per infiniti bar, in vie e piazze riprodotte con affettuosa maestria, sarà da Alda che Drogo riceverà il consiglio che può salvargli la vita: «Il grado di libertà di un uomo si misura dall’intensità dei suoi sogni».