Giovanni Caccamo: "Vi do la mia Parola, il nuovo album vi incanterà"

Il viaggio del cantaure nel mondo della letteratura

Giovanni Caccamo

Giovanni Caccamo

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Fascino e mistero alla Parola. Sì, Parola con la maiuscola perché nel nuovo album di Giovanni Caccamo, il più letterario della sua discografia, è al centro di tutto. Una Parola letta, recitata, sussurrata, gridata, vissuta, lasciata crepitare tra le labbra dal cantautore di Modica trapiantato a Milano con l’abbrivio di titolati compagni di strada quali Patti Smith, Willem Dafoe, Liliana Segre, Aleida Guevara, Michele Placido, Beppe Fiorello e perfino Andrea Camilleri grazie al frammento di una sua riflessione televisiva su cui è cresciuto l’intero progetto, presentato ieri in piazza della Scala nella marmorea cornice museale delle Gallerie d’Italia. Sul mercato da oggi, “Parola” traversa un orizzonte in bilico tra Gesualdo Bufalino e Pier Paolo Pasolini, Ernesto “Che” Guevara e Jesse Paris Smith, figlia trentaquattrenne di Patti e del chitarrista degli MC5 Fred “Sonic” Smith. Caccamo, partiamo dalla voce di Camilleri. “In una puntata di "Che tempo che fa" lo sentii dire che stavamo perdendo il senso dell’importanza della parola e mi sono appassionato al tema. Ho deciso, nel mio piccolo, di raccogliere il suo appello e seminare un germoglio di questo nuovo Umanesimo creando un disco in cui ogni canzone fosse ispirata da un testo letterario contemporaneo, dichiarandone la fonte usando come introduzione un frammento dello scritto a cui è legata recitato da una voce d’eccezione”.   

Willem Dafoe interpreta un testo di Franco Battiato e Manlio Sgalambro sulla natura cosmica delle stelle come origine dell’uomo.  

“Dafoe me l’ha presentato proprio Battiato alcune estati fa, a Scicli. Quando gli ho mandato il pezzo proponendogli di recitare l’introduzione, mi ha risposto dopo un’ora e mezza dopo con quattro versioni diverse del testo invitandomi a scegliere quella che trovavo più adatta”.

Quale è la lezione più preziosa che le ha lasciato Battiato?

“Scardinare l’arte dal fine. Fai che il tuo percorso umano coincida sempre con quello artistico perché ciò che crei diventi lo specchio di quel che sei. Se la vita è solo un passaggio, infatti, l’arte è la testimonianza di questo transito terrestre”.

A proposito di Battiato, come lo omaggerà martedì prossimo nel concertone-tributo di Verona?

“Canterò "Gli uccelli", perché è una canzone che ha la forza di tradurre in musica il moto dei volatili”.

Liliana Segre s’è complimentata con lei per la capacità di commuoverla, nel pezzo che la riguarda, portando il suo cuore “alla cima, mai scalata, di un mondo perduto”.  

“Sono colpito dalla straordinaria capacità di trasferire agli altri il proprio vissuto mostrata da  Liliana Segre tanto nei suoi libri-testimonianza quanto nei discorsi pubblici. Non nascondo che il suo è stato il capitolo più delicato del progetto, quello su cui a livello emotivo ho investito di più. Ho capito che la chiave del suo mondo stava nel fortissimo rapporto col padre, così nella mia ricerca sono partito dalle pagine di un volume molto vicino ai suoi, alle sue intimità familiari quale "Scolpitelo nel vostro cuore"”.

Su quest’album Sky Arte ha girato pure un documentario.

“Oltre ad interviste con alcune delle persone coinvolte, il docu-film include momenti live in luoghi speciali come la Reggia di Campitello o Firenze. Credo che l’arte abbia sempre accompagnato i momenti di rinascita ed è per questo che, dopo Milano, presenterò il disco a Palazzo Vecchio a Firenze e al Maxxi di Roma”.  

Un testo da cui iniziare il lavoro su un ipotetico “Parole 2”?  

“Il primo libro selezionato per questo progetto era "Un altro giro di giostra" di Tiziano Terzani, ma l’argomento della morte è talmente delicato che ho sentito il bisogno di avere un altro po’ di tempo per svilupparlo”.

Terzani a chi lo farebbe leggere? “Probabilmente a suo figlio Folco”.