Gianmaria in sette cd: il valzer di una vita

E' stata la Francia a scoprire per prima il ferroviere cantautore di Cavallermaggiore

Il cantautore

Il cantautore

Milano, 20 aprile 2017 - Tuffo di Testa nei sette album in studio di Gianmaria (1995-2011), cofanetto “en Studio” (Le Chant du Monde), perché è stata la Francia a scoprire per prima il ferroviere cantautore di Cavallermaggiore. Ricordo l’articolo su Le Monde, il giornalista francese Richard Robert cita il primo di Gilles Tordjman su “Les Inrockuptibles”, all’uscita di «Montgolfières». Rosario di veri premonitori capolavori, da “Le traiettorie delle mongolfiere” a “Dentro la tasca di un qualunque mattino”, “Una aeroplano a vela”, “Come le onde del mare”, “Le donne nelle stazioni”. Contiana a sua insaputa. Ricordo la presentazione milanese, l’anno dopo, nel teatro barocco di Palazzo Litta, il suo imbarazzo ruvido nel raccontarsi, dopo Parigi, a una Milano distrattamente interessata e lontana. Chitarre, ottoni e il clarinetto di Piero Ponzo, multistrumentista geniale, sono il timbro postale. “L’automobile” la bretella fra Buscaglione, Conte, Testa e il jazz. Scontroso come gli antenati contadini, cantati in “Extra-Muros (1966), che non si sentono marginali, ma semplicemente poco a proprio agio, non all’altezza, mai veramente al loro posto se non al riparo delle mura della loro cascina”.

La sua regola monastica. “Io non scrivo e non canto mai una canzone per cercare di fare solamente una bella cosa. - confessa a Richard Robert - Io cerco di cantare l’emozione che l’ha generata”, L’emozione intellettuale e la sua declinazione poetica. Le parole hanno la densità cruda dei grandi, la dolcezza degli umili e la rabbia resiliente e politica del dopoguerra. Musica magnifica che ha onde e i riflessi del mare e delle colline. Folk e world, canzone chanson, jazz e rock elettro acustico, Sudamerica e Cuneo. Opera omnia anche dal vivo, non solo “Men at Work I e II” nell’altro cofanetto “Live&Altro” (Le Chant du Monde”, vent’anni di meraviglie e silenzi, collaborazioni fulminanti, letterarie e curiose. Se ne è andato il 30 marzo 2016 nella sua Alba a 57 anni, lasciando un libro postumo per Einaudi, “Da questa parte del mare”, che è diventato spettacolo teatrale. Nel primo anniversario ritornano i primi album introvabili e altro. Libretto esemplare con tutti i testi e le traduzioni di “Montgolfières” (1995), “Extra-Muros” (1996), “Lampo” (1999), “La Valse d’un jour” (2000), “Altre Latitudini” (2003), “Da questa parte del mare” (2006) e “Vitamia” (2011). In «Live&Altro» i due “Men at Work”, Solo - dal vivo (2009) e F-à Léo, l’omaggio in jazz a Leo Ferré su idea di Roberto Cipelli, con Paolo Fresu, Attilio Zanchi e Philippe Garcia. Una prefazione di Gabriele Ferraris tutti i testi delle canzoni. Indispensabili compagni di viaggio.