Francesco Facchinetti: "Sanremo mette ansia ma è casa mia"

Nei panni di manager del Festival punta tutto sul bresciano Mr. Rain

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Milano -  Da cantante ha calcato il palco di Sanremo per ben tre volte. "La prima è stata dettata dall’incoscienza, la seconda...si dice che perseverare nell’errore è diabolico e io ho perseverato; alla terza, potevo anche starmene a casa". Francesco Facchinetti al Festival della canzone italiana d’autore si trova decisamente meglio nei panni del manager, piuttosto che in quelli dell’artista in gara. I numeri lo confermano, dalla sua scuderia sono usciti oltre 10 nomi, selezionati negli anni per esibirsi all’Ariston. Quest’anno tocca a Mr. Rain. Oggi Facchinetti parla di un Festival che è tornato agli splendori dei momenti più alti, con un cast eccezionale come ai tempi di Celentano, un festival popolare ma per davvero, sentito dalla gente, a cui è importante non mancare. E intanto scalda i motori per il FantaSanremo. "E’ geniale – ripete – geniale, geniale, geniale".

Come è cambiata la sua prospettiva sul Festival? "Sanremo mette ansia, sempre, sia che canti, sia che ti trovi lì a sostenere un tuo artista, perchéè come se su quel palco ti mettessi in gioco anche tu. Sono al mio 15° Festival: tre da cantante e 12 da manager. Ormai mi sento a casa, è un po’ la mia seconda casa. Ci vado sereno e tranquillo, ma già l’ansia mi sta salendo".

Cosa è successo quando ha partecipato con suo padre Roby Facchinetti? "Ne sono successe di tutti i colori. Non conto gli aneddoti che ho di quel momento. Prima di andarci mi sono tatuato il numero 8 sulla pancia, che è il numero fortunato mio e di mio padre, e siamo arrivati ottavi in classifica. Posso solo dire che a Sanremo ho fatto stonare anche lui e nella serata dei duetti anche Anggun. Poi ricordo mio padre che litiga al Dopofestival con chi mi dice di andare in miniera piuttosto che cantare. E infine ricordo quel giorno, che mentre tutto andava male, a livello di classifica e apprezzamenti, io ho scelto di svagarmi al Casinò e ho dimenticato pure le prove per la serata. Tutti mi cercavano e io ero sparito".

Quindi meglio fare il manager che il cantante, ma quanto è difficile? "Per portare un artista a Sanremo c’è dietro moltissimo lavoro. La competizione è arrivata alle stelle. In gara ci sono artisti italiani come Ultimo che riempie gli stadi, riempie San Siro per due sere di fila. E poi ci sono altri artisti che solo immaginarli gli scorsi anni a Sanremo era impossibile: una tra tutti, Giorgia. Questo fa capire quanto sia importante in questo momento esserci. Portare un artista al Festival significa puntare a fare la canzone migliore possibile per lui. La riuscita del festival si misura dalle canzoni di successo che ha saputo generare. Quando si parlerà ad esempio di Amadeus non si ricorderanno gli ascolti, ma si parlerà del suo Festival come di “quello dove hanno vinto i Maneskin”".

Mr Rain è la sua scommessa.... "Con lui la magia della musica è scattata, è ancora un underdog, è qualcuno che può giocare sull’effetto sorpresa".