Claudio Coviello: "L’uomo che sono lo devo a Milano"

Primo ballerino alla Scala, danza Kyliàn e Kratz: "Ho imparato un nuovo linguaggio"

Claudio Coviello, 31 anni, primo ballerino alla Scala

Claudio Coviello, 31 anni, primo ballerino alla Scala

MILANO, 5 febbraio 2023 -  Alla prima apparizione di Claudio Coviello sul palco del Piermarini la critica e il pubblico hanno gridato entusiasti: "È nato il nuovo Vaclav Nižinskij". Essere paragonato all’icona dei Balletti Russi, leggenda nella storia della danza, non ha né intimidito, né inorgoglito Claudio, che ha continuato con disciplina e creatività il suo percorso artistico. Primo ballerino alla Scala, è fra i protagonisti dell’omaggio del teatro a quattro fra i maggiori coreografi che hanno segnato la nostra epoca, con altrettante strepitose coreografie (di Dawson “Anima Animus“, inedito; di Duato “Remanso“; di Kratz “Solitude Sometimes“; di Kyliàn “Bella Figura“; rappresentazioni oggi, il 7 e il 9 febbraio). Un amore sconfinato per la sua terra, la Lucania e la Murgia, formatosi alla Scuola del Balletto dell’Opera di Roma, oggi Coviello guarda Milano e la Scala come la parte più profonda e intima di sé: "Qui ho trovato tanto, oserei dire tutto, ma so che devo continuare la mia ricerca sia in scena sia nella vita. Non mi fermo mai, sono fatto così".

Dal balletto più classico che esista, “Lo Schiaccianoci“, è passato al contemporaneo più puro. Come è avvenuta la trasformazione?

"È una produzione che proviamo da prima della pandemia. Abbiamo lavorato a lungo, gradualmente, e adesso siamo in scena. Sono nel cast di Kratz e di Kyliàn, due brani diversi sia da un punto interpretativo sia fisico. Il repertorio scaligero è prevalentemente classico, questo significa che ogni volta che affrontiamo la contemporaneità la preparazione si fa più impegnativa, rigorosa. Nella creazione “Solitude Sometimes“ il contemporaneo è purissimo, senza vie di mezzo; ha insegnato a tutti noi un nuovo linguaggio del corpo, che non dimenticheremo".

È stato lodato per la sua eleganza e intensità.

"I complimenti m’imbarazzano, posso solo ringraziare".

È nato a Potenza, si è formato nella capitale, oggi vive a Milano. Cosa le hanno dato queste tre città?

"La mia città natale gli affetti, la casa, il senso della famiglia, la sua importanza ancora oggi è per me fondamentale. A 11 anni sono andato a Roma per studiare, i miei nonni sono venuti a vivere con me; lì ho avuto un’adolescenza serena, sono cresciuto in armonia sia umanamente sia artisticamente. Sono arrivato a Milano maggiorenne, l’uomo che sono diventato lo devo, principalmente, a questa città".

Qual è il suo peggior difetto?

"Sono testardo, a volte troppo".

La sua maggior virtù?

"L’umiltà, ma anche in questo non devo esagerare. Altrimenti si trasforma in difetto".

Cosa fa nel tempo libero?

"Sto con il mio compagno, anche lui è ballerino, passeggio con la nostra cagnolina, vedo gli amici. Mi piacerebbe avere più tempo per leggere o andare al cinema ma i nostri ritmi di lavoro sono serrati. Una cosa è certa: quando non studio e non sono in scena, trovo ogni soluzione per staccare. Non voglio solo pensare al balletto, la vita fuori dal palcoscenico è ricca e bella".