
Razzante* Un tesoro inestimabile di oltre mille volumi dai temi più vari. Sono i manoscritti arabi conservati nella Biblioteca...
Un tesoro inestimabile di oltre mille volumi dai temi più vari. Sono i manoscritti arabi conservati nella Biblioteca Ambrosiana di Milano e che ora diventano accessibili a tutti in digitale. L’Ambrosiana, tra le prime biblioteche ad accesso libero, fondata nel 1607 dal cardinale Federico Borromeo, dopo aver avviato poco prima del 2020 la sua biblioteca digitale, ha di recente presentato anche il progetto della collezione digitale di testi arabi, che è partito da un bando di Regione Lombardia. Per ora si tratta dei primi 250, per un totale di 96.000 pagine già accessibili grazie al sistema di gestione libraria digitale potenziato dall’apporto dell’intelligenza artificiale. Uno dei maggiori benefici dell’intelligenza artificiale all’interno del campo letterario è, infatti, quello della possibilità di rendere consultabili testi incredibilmente antichi senza il rischio di danneggiarli eccessivamente.
Per cercare di mantenere intatto il proprio patrimonio letterario, è fondamentale riuscire a digitalizzare quanti più testi possibili, i quali, nel corso del tempo, potrebbero deteriorarsi a causa del continuo maneggiamento. Nel caso dei manoscritti arabi, quella dell’Ambrosiana rappresenta la collezione più vasta dopo quella della Biblioteca Vaticana ed è dunque fondamentale riuscire a preservare il più possibile una così ricca raccolta. Con la possibilità di avere a disposizione testi simili senza il rischio di comprometterli manualmente, si favorisce anche il lavoro dei ricercatori e degli studiosi, a dimostrazione di come l’intelligenza artificiale possa fornire un grandissimo aiuto agli esperti nel proprio lavoro. Un prezioso esempio, quindi, di tutela del patrimonio librario attraverso l’uso sapiente e costruttivo degli algoritmi al servizio di una corretta gestione documentale e archivistica.
*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica