Quell’attimo fuggente così prezioso. Sul palco dell’Arcimboldi il mito del "Carpe diem"

O capitano! Mio capitano! E la mente corre subito al professor Keating e a Robin Williams, che manca tantissimo. Nella bella interpretazione di Ettore Bassi

La famosa scena del film riproposta a teatro

La famosa scena del film riproposta a teatro

Milano - O capitano! Mio capitano! E la mente corre subito al professor Keating e a Robin Williams, che manca tantissimo. Lì in piedi sulla cattedra, il senso di libertà e di subbuglio, quel finale struggente, che ogni volta ti prende il cuore e lo getta ai cani. Magia del cinema. Ma anche del teatro. Dove "L’Attimo Fuggente" torna nella fortunata produzione firmata da STM per la regia di Marco Iacomelli, venerdì e sabato sul palco degli Arcimboldi. L’orizzonte dunque è quello della prosa. Con il ruolo principale interpretato da Ettore Bassi. E intorno a lui una bella classe di giovani attori usciti dall’Accademia del Musical.

Il resto invece è affidato soprattutto alla sceneggiatura di Tom Schulman, carillon perfetto che all’epoca gli era valso anche l’Oscar. Qui alla base di uno spettacolo che già due anni fa aveva fatto ottimi numeri e che ora torna con una lunghissima tournée fino a maggio. Ricetta vincente: titolo bomba e intrattenimento di qualità. Per ogni tipo di pubblico. Difficile d’altronde rimanere indifferenti alle vicende della Welton Academy, rigidissimo collegio maschile travolto dall’arrivo di un professore decisamente poco convenzionale. Sarà lui a insegnare a questi ragazzi del 1959 la bellezza della poesia e del libero pensare. Segnando indelebile le loro esistenze.

"L’Attimo Fuggente è una storia d’amore – spiega Iacomelli –, amore per la poesia, per il libero pensiero, per la vita. Quell’amore che ci fa aiutare il prossimo a eccellere, non secondo i dettami sociali strutturati e imposti ma seguendo le proprie passioni, pulsioni, slanci magnifici e talvolta irrazionali. Seguendo quegli Yawp che spingono un uomo a lottare per conquistare la donna amata, a compiere imprese per raggiungere i tetti del mondo, a combattere per la giustizia con la non violenza. Tom Schulman ha scritto una straordinaria storia di legami, di relazioni e di incontri che cambiano gli uomini nel profondo".

A trent’anni dall’uscita, la forza del film rimane intatta. Merito di una scrittura sapientemente emotiva ma in grado di un’astrazione più universale, fuori dal tempo. E poi c’è la ciclica riscoperta del barbarico Yawp!, la propria natura nascosta fra le pieghe delle prudenze e degli schemi sociali, pronta ad erompere come un innamoramento. O una follia. Che poi spesso vanno a braccetto. "Ho desiderato tantissimo questo ruolo – sottolinea Ettore Bassi –, tanto da propormi sfacciatamente alla produzione per vestire i panni di Keating, figura per me emblematica. Ora continuo a vivere una responsabilità enorme nell’interpretare il ruolo ma anche nel veicolare un messaggio che credo particolarmente urgente, considerando quanto stanno soffrendo le generazioni più giovani nella situazione che stiamo vivendo". Carpe diem, dunque. E viva la libertà, come cantano nel Don Giovanni. Pure con la mascherina. Che va bene uguale.