Antonello parlava di ragazzi e ragazze. Di persone

Nel 1978 usciva l'album “Sotto il segno dei pesci”

Antonello Venditti nell’ex Area Expo

Antonello Venditti nell’ex Area Expo

Milano, 27 settembre 2018 - Quarant'anni. Me lo ricordo “Sotto il segno dei pesci”, era il 1978, anni di piombo, Br e anche rock, di cantautori, politico e privato. Pop sanremese in estinzione, impegno nelle piazze e nei club. Pop satirico e politico non capito, come per Rino Gaetano. Antonello Venditti e Francesco De Gregori, presente con dedica, e questo album che definisce un nuovo genere popolare d’autore, impegnato sui temi civili e informato. Che parla di cittadini e di persone, diremmo oggi.

Il concerto celebrativo di Verona all’Arena non è piaciuto a molti, non c’ero, ma questo non deve togliere nulla a un album controrivoluzionario. Venditti racconta: “È stata la mia svolta musicale, poetica. Il mio disco più importante, in cui c’erano tutti i miei temi: la politica e i suoi riflessi sulle persone (Sotto il Segno dei Pesci), la comunicazione (Il Telegiornale), il viaggio dentro e fuor di metafora di Bomba O Non Bomba, la droga (Chen il Cinese), la tenerezza per Sara (che non si è mai sposata, ma ha avuto tre figli…), l’amicizia con De Gregori (Scusa Francesco). Giulia, la donna che mi ha portato via la ragazza di cui ero innamorato”. Ricordo Antonello negli uffici Phonogram di Milano, il produttore Michelangelo Romano che avevo incontrato con Vecchioni, il grafico Mario Convertino. Otto giorni dopo la sua uscita veniva rapito Aldo Moro, le bombe esplodevano davvero e firmavano stragi, ma c’erano anche (Lilly), Giulia, Sara. Bella, dolorosa e brutta, la vita.