"Quei disegni trovati al mercatino sono il tesoro di Angelo Turin"

Carlo Grieco ha avuto la conferma dalla figlia dell’artista, morto 20 anni fa, dell’originalità delle opere

Alcune delle opere di Angelo Turin che Carlo Grieco (sotto) ha comprato in una bancarella

Alcune delle opere di Angelo Turin che Carlo Grieco (sotto) ha comprato in una bancarella

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Melegnano (Milano) - Bozze, schizzi, disegni. Un tesoretto di 250 pezzi del pittore Angelo Turin, del quale il 21 aprile ricorreranno i vent’anni dalla morte: è quanto custodisce gelosamente un collezionista di Melegnano, Carlo Grieco, che ha mostrato il materiale alla figlia dell’artista, Angela, ricevendo conferma dell’autenticità dell’intero plico. Paesaggi, volti di donna, figure stilizzate e i tanto amati cavalli, tema ricorrente nella pittura di Turin: nella collezione di Grieco si susseguono le suggestioni di un artista, classe 1929, che neppure quando la sua fama iniziò a travalicare i confini locali e le sue opere furono esposte a Parigi volle mai lasciare la sua Melegnano, città alla quale era legatissimo e i cui scorci ricorrono in più di un dipinto.

L’intuizione che quei 250 lavori degli anni Sessanta e Settanta, alcuni a colori altri a china, potessero essere originali è venuta a Grieco sei anni fa, mentre visitava un mercatino dell’antiquariato ad Assago. "Ho visto quel materiale in esposizione su una bancarella - racconta -. Alcuni fogli erano firmati. Quel nome, Turin, mi suonava familiare: mi sono ricordato del pittore, al quale a Melegnano è dedicata una piazza. E ho deciso di acquistare l’intero stock, al costo di un euro a disegno. Forse il venditore non conosceva l’autore di quegli schizzi, o non si era reso conto del loro valore". "L’uso di svariate tecniche e materiali rende l’idea della genialità di questo artista, che ha quasi la mano di un Picasso, come ha affermato un critico d’arte, al quale ho mostrato i disegni. Di recente sono entrato in contatto con la figlia di Turin: quando ha visto la collezione, si è commossa. Lei stessa è ritratta, bambina, in alcuni bozzetti". "Quei disegni li conservava mia mamma, non so come siano finiti al mercatino. Di certo rivederli è stata un’emozione, un tuffo nel passato", sono le parole di Angela Turin.

A metà tra il figurativo e l’astratto, nella sua lunga carriera, iniziata nel 1955 e terminata con la scomparsa nel 2001, il pittore melegnanese ha esplorato svariati temi. Fra i più cari c’erano le ballerine, "che rispecchiavano la dolcezza che aveva dentro", e i cavalli, "che gli trasmettevano grinta, così come la musica di Von Karajan, che ascoltava mentre dipingeva", spiega la figlia. "Papà era molto modesto, ma aveva una grande carica interiore".