Gran Premio di Monza, Al Bano canta l'inno di Mameli: adrenalina in mondovisione

Il cantante si racconta a cuore aperto

Al Bano Carrisi

Al Bano Carrisi

Monza, 1 settembre 2018 - Le origini contadine «che non ho mai tradito», il canto, la musica, il vino. La lunga storia d’amore e amicizia con Romina Power, il matrimonio con Loredana Lecciso, le tournée in giro per il mondo, i «tagliandi alla mia carrozzeria umana» e quella «medicina fenomenale che è l’adrenalina». Al Bano Carrisi si racconta a cuore aperto. Domani sarà a Monza, in autodromo. Sulla linea di partenza del Gp di F1 canterà l’Inno di Mameli. «Un’idea perfetta, tra l’altro qualche anno fa l’ho incisa, proprio nell’album “Fratelli d’Italia”. Sarà una grande emozione, anche se ormai ci ho fatto (piacevolmente) i calli a queste botte di adrenalina. È un po’ come per il pallone, quando gioca l’Italia siamo tutti tifosi e a Monza, con le Ferrari, saremo tutti un po’ fratelli», confessa Al Bano. Lui, simbolo della canzone italiana da oltre mezzo secolo, 58 album di una carriera che «non ho intenzione di smettere».

Qual è il segreto dell’eterna giovinezza, anche artistica?

«Essere sempre rimasto fedele alle mie radici canore e di terra. Che poi non è la mia terra ma è la terra di tutti. È lì, nelle campagne pugliesi di Cellino San Marco che ho iniziato a coltivare le mie due grandi passioni: il canto e il vino».

Dove sta andando la sua musica?

«Io sono in tour da quando sono nato. A differenza di molti miei colleghi che organizzano un mese di date e poi si fermano, io ho bisogno di allenare le corde vocali quotidianamente. E poi è successa questa cosa con Fabio Rovazzi. A ripensarci è nato tutto proprio al Parco di Monza un anno fa. Ho accompagnato mia figlia Jasmine al concerto di Justin Bieber e ci siamo conosciuti. Nello stupore di tutti. Per me è importante misurarmi con cose sempre nuove. E lui è geniale e divertente».

La dimostrazione che la musica unisce tutti. Lo scorso anno a Treviglio ha duettato con Jason Zhang, il Justin Bieber cinese...

«L’ho scoperto per caso, ad ogni data fa 80mila spettatori. È un fenomeno che ho iniziato a seguire e vorrei portarlo a Sanremo per costruire un ponte tra il Festival della musica italiana e Pechino».

L’agenda di Al Bano?

«Fino a dicembre sono strapieno di lavoro, due special per Mediaset, una fiction con Lino Banfi e poi una pausa devo metterla per un piccolo tagliando».

I progetti musicali in cantiere?

«Per il momento sono fermo. L’altro giorno ho riascoltato dei brani che ho inciso ma che non sono passati tanto in radio. Ecco, fare opere d’arte perché finiscano nel dimenticatoio non mi va».