Lombardia in zona gialla, è la regione più a rischio: ecco i motivi. E il resto d'Italia?

Il Cnr: "Pericolo 'retrocessione' in 10 giorni". Fontana e Moratti: "Situazione sotto controllo, settimana prossima restiamo in zona bianca". Possibile riapertura dell'ospedale in Fiera

La regole della zona gialla

La regole della zona gialla

Milano, 2 novembre 2021 - Dopo il Friuli Venezia Giulia e l'Alto Adige (qui le restrizioni scatteranno il 6 dicembre), la Lombardia è al momento la regione più vicina all'ingresso nella zona gialla nei prossimi 7-10 giorni. Lo indica l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

La Lombardia rischia la zona gialla: quando e perché

La Lombardia

In Lombardia, la situazione epidemiologica fa prevedere che nei prossimi 7-10 giorni continuerà la crescita lineare dell'occupazione nei reparti ordinari (al momento il livello è pari a circa 13,5%) e nelle terapie intensive (circa 7%). "Con i tassi di crescita medi correnti - osserva Sebastiani - tra 7-10 giorni nella regione si dovrebbero oltrepassare entrambe le soglie (15% e 10% rispettivamente). Con i trend attuali, si prevede quindi che la Lombardia dovrebbe avere i numeri da zona gialla tra 7-10 giorni". Per quanto riguarda l'incidenza, la regione ha un numero di positivi per 100.000 abitanti di 120, quindi sotto la media nazionale di 140.

Intanto è il presidente Attilio Fontana a confermare la zona bianca anche per la prossima settimana: "Nonostante i numeri assoluti di ricoveri e contagiati aumentino, quelli che domani saranno valutati dalla cabina di regia di Iss e Ministero della Salute, mostrano una percentuale di crescita inferiore rispetto alla settimana precedente. La progressione per i contagi, per esempio, si è dimezzata passando da 59,2 % a 27,4%". Per il governatore, tuttavia, "il dato ancora più rassicurante è che l'indice Rt ospedaliero che forniva proiezioni di un incremento di posti letto a fine dicembre, passa da 1,3 della valutazione di domani (con dati riferiti a 7 giorni fa) a 1,14, di oggi. Un calo che modifica quindi in positivo la precedente previsione".

I criteri per la zona gialla

Entrano in zona gialla le regioni che superano contemporaneamente tre limiti: quello dell'incidenza (50 positivi su 100mila abitanti), dell'occupazione dei posti letto in area non critica (15%) e dell'occupazione dei posti letto in terapia intensiva (10%).

Zona gialla, dal 6 dicembre l'Alto Adige. Le altre regioni a rischio

Il Nord Est 

"La situazione più grave è ancora nelle regioni di confine, in particolare quelle a Nord Est - osserva Giovanni Sebastiani del Cnr - e le cinque regioni/province autonome con incidenza maggiore sono Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle D'Aosta e Trento. Nel Friuli Venezia Giulia, origine dell'attuale fase espansiva in Italia, l'onda si è attenuata e c'è un iniziale trend di decrescita dell'incidenza; anche la curva delle terapie intensive del Friuli mostra, negli ultimi tre giorni, un calo. Si prevede che il fenomeno nei prossimi giorni possa diventare più marcato grazie agli effetti, ritardati, dell'entrata in zona gialla a partire da lunedì scorso".

Il resto d'Italia

L'analisi indica poi che si osserva una crescita lineare in Basilicata, Bolzano, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana, Trento e Veneto. La crescita frena in Emilia Romagna, Sicilia, Valle d'Aosta e Sardegna. Sono in fase di stasi l'Umbria, l'Abruzzo (dove si osservano iniziali segni di decrescita) e Puglia (con iniziali segni di crescita).

Calabria osservata speciale

Sotto osservazione speciale è la Calabria, "che si prevede - rileva Sebastiani - superi a giorni la soglia del 10% delle terapie intensive, mentre il tasso di occupazione nei reparti ordinari negli ultimi tre giorni è salito poco sopra al 13%".

"Situazione sotto controllo"

"Al di là di qualche caso sicuramente meritevole di attenzione, posso rassicurare che Regione Lombardia non avrà più quelle criticità drammatiche che ha avuto l'anno scorso. Ora siamo pronti e continuiamo ad ampliare il numero di posti letto in terapia intensiva". Lo ha detto il vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti a L'aria che tira su La7. In Lombardia, ha voluto tranquillizzare Moratti, "abbiamo potenziato le terapie intensive e in questo momento abbiamo un tasso di occupazione del 7%, quindi molto sotto la soglia considerata di preoccupazione dal Governo. Stessa cosa vale per l'area medica, dove abbiamo il 13% di occupazione". Inoltre "abbiamo un numero di positivi per 100 mila abitanti di 120, quindi sotto la media nazionale che è di 140".

Riapre l'ospedale in Fiera?

Intanto la Regione Lombardia ha avviato le procedure per la riapertura dell'Ospedale Fiera Milano: "La Regione - spiega il presidente Fontana - si è attivata per preparare alcuni moduli dell'ospedale in Fiera, per renderli operativi in 24/48 ore se si manifestasse l'esigenza. L'ospedale, come sempre sottolineato, costituisce per il sistema sanitario lombardo una scialuppa di salvataggio di fondamentale importanza, specie per consentire alle altre strutture di poter curare i pazienti no Covid. Quindi niente allarmismi, ricordiamoci che lo scorso anno in questo periodo, dopo un mese di zona rossa, avevamo 3.437 ricoverati nei reparti ordinari, oggi sono 887, e 489 ricoverati in terapia intensiva, oggi 108".