Zona gialla e arancione, le regioni a rischio da lunedì 10 gennaio. E la Lombardia?

Nuova impennata di contagi da Covid-19: superati i 200mila casi, il dato più alto dall’inizio della pandemia. Aumenta Rt, raddoppia incidenza

Milano, 7 gennaio 2022 - E' di nuovo allarme Coronavirus. Dopo qualche mese in cui la curva dei contagi si dirigeva verso il basso e sembrava ormai stabilizzata, la variante Omicron ha fatto rialzare tutti i numeri. Ieri,  per la prima volta dall'inizio dell'emergenza, quasi due anni fa, sono stati registrati in Italia oltre 200mila casi in 24 ore. Non era accaduto neppure nei periodi più bui della pandemia. Una escalation dei contagi che sta mettendo a rischio la tenuta del sistema ospedaliero, con i reparti ordinari e terapie intensive che hanno ormai sforato la soglia di allerta dei posti letto occupati da malati Covid. E la situazione in certe regioni sta rapidamente evolvendo in peggio.  Nel tardo pomeriggio, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza: quattro regioni passeranno in zona gialla da lunedì 10 gennaio: Abruzzo, Toscana, Valle d'Aosta ed Emilia-Romagna. Ma vediamo la situazione nel dettaglio.

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L'incidenza settimanale a livello nazionale dei casi di Covid-19 continua ad aumentare rapidamente: secondo i dati diffusi dalla Cabina di regia resi noti dall'Istituto Superiore della Sanità si è arrivati a 1669 casi ogni 100.000 abitanti (31/12/2021 -06/01/2021) rispetto ai 783 per 100.000 abitanti della settimana precedente (24/12/2021 - 30/12/2021), sempre elaborati sui dati flusso del ministero della Salute. Nel periodo 15 dicembre - 28 dicembre 2021, l' Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,43 (range 1,23 - 2), in forte aumento rispetto alla settimana precedente e ben al di sopra della soglia epidemica. E' in forte aumento anche l'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero ( Rt = 1,3 (1,27-1,32) al 28/12/2021 vs Rt = 1,11 (1,08-1,13) al 20/12/2021. I valori più alti dell'incidenza di casi Covid-19 sono stati registrati questa settimana in Toscana (2.680 casi per 100mila abitanti), Lombardia (2578,1) e Valle d'Aosta (2.255,9).

Ricoveri area medica e terapie intensive

In forte aumento' anche l'indice di trasmissibilita' basato sui casi con ricovero ospedaliero: 1,3 (1,27-1,32) al 28 dicembre a fronte di 1,11 (1,08-1,13) al 20 dicembre. Il tasso di occupazione in terapia intensiva e' al 15,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 6 gennaio) a fronte del 12,9% del 30 dicembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 21,6% (rilevazione ministero al 6 gennaio) a fronte del 17,1% (rilevazione al 30 dicembre). Sono 10 le Regioni e Province autonome 'a rischio alto', di cui 3 a causa dell'impossibilita' di valutazione; 11 sono a 'rischio moderato', con sei ad alta probabilita' di progressione a rischio alto.  La Provincia autonoma di Trento, seguita dalle Marche e dal Piemonte registrano questa settimana i valori più alti rispetto all'occupazione di posti letto per malati Covid nelle terapie intensive: Trento è al 27,8% (rispetto alla soglia del 10%), le Marche al 23,9% e il Piemonte al 21,7%. La maggiore occupazione dei reparti di area medica si registra invece in Val d'Aosta (al 42,4% rispetto alla soglia 15%), Liguria (34,2%) e Calabria (33,7%).  L'allerta dunque cresce, e il sottosegretario alla Salute Andrea Costa stigmatizza come "dobbiamo assolutamente contenere al massimo la pressione sui nostri ospedali ed è chiaro che i 5 milioni di cittadini ancora non vaccinati sono quelli che rischiano di più il ricovero".

Zona gialla, le regioni a rischio

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza. Dalla prossima settimana, lunedì 10 gennaio, la mappa colorata delle regioni italiane cambierà ancora: l'IItalia è ormai quasi tutta in zona gialla. Dopo ultimi dati analizzati dalla Cabina di regia del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità altre quattro regioni lasceranno la zona bianca da lunedì 10 gennaio. Si tratta di Abruzzo, Toscana, Valle d'Aosta ed Emilia-Romagna. In bilico c'era anche l'Umbria, ma si è momentanemanete salvata. Queste nuove quattro aree si andranno ad affiancare alle nove regioni e due province autonome già in giallo: Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, province autonome di Trento e Bolzano, Marche, Lazio, Calabria e Sicilia. Resteranno così in zona bianca: Umbria, Molise, Puglia, Sardegna, Basilicata e Campania (le ultime due a forte rischio giallo dal 17 gennaio). 

EMILIA ROMAGNA - In Emilia Romagna, il tasso di occupazione dei posti letto in area critica è del 16% e in area medica del 19%. In Toscana, la terapia intensiva è al 17%, i reparti ordinari al 18%. "Da lunedì saremo in zona gialla. L'anno è cominciato con un'evidente impennata di casi positivi: dalla settimana dal 20 al 26 dicembre a quella dal 27 dicembre al 2 gennaio i contagi sono infatti triplicati", ha commentato l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. "L'indice Rt adesso è a 1,38, ci aspettiamo ancora un aumento dei casi nelle prossime settimane - ha aggiunto Donini - speriamo che quello che tutti gli analisti ed esperti dicono, e cioè che il picco avverrà nelle prossime due settimane sia vero, perché la situazione negli ospedali sta diventando sempre più impegnativa".

TOSCANA - In Toscana, la terapia intensiva è al 17%, i reparti ordinari al 18%. "La zona gialla non ha sostanzialmente differenze dalla zona bianca, quindi è un fatto più simbolico, ci sono già più della metà delle regioni in zona gialla. L'importante e che non vada oltre il virus e onestamennte rispetto ai dati dell'altra settimana mi sembra che siamo stabili però su cifre, 16-17.000 casi, che sono molto alti e quindi impongono di continuaere su quella che è stata la linea di azione della Toscana, avanguardia e regione più dotata sul piano vaccinazioni. Con la vaccinazione, l'ho visto con tante persone, in una decinsa di giorni, con un pò di raffreddore e di tosse si supera anche il coronavirus", ha commentato il governatore toscano Eugenio Giani.

ABRUZZO - Per quanto riguarda l’Abruzzo, l’area critica è al 13% e l’area medica al 19%.

VALLE D'AOSTA - La Valle d’Aosta ha il 15% delle terapie intensive occupate e per quanto riguarda i reparti ordinari, ha già un dato da zona rossa: 42% di posti letto occupati.  "Nelle ultime settimane - ha dichiarato il presidente della Regione, Erik Lavevaz - anche in Valle d'Aosta i dati epidemiologici hanno avuto un incremento rapidissimo: l'impatto sull'ospedale è di nuovo importante, e i numeri ci hanno portato verso questo cambio di classificazione che era atteso ma che sostanzialmente non cambia molto le regole in vigore per tutti i cittadini valdostani. È fondamentale che in questo momento tutti rispettino le misure anticontagio affinché l'intera comunità possa beneficiare dell'attenzione del singolo".

Zona arancione, le regioni a rischio

Per quanto riguarda il passaggio dalla zona gialla a quella arancione, era stato dato per certo il passaggio della Liguria. Invece la regione presieduta da Giovanni Toti ha scampato il cambio di colore, almeno per lunedì 10 gennaio. Nelle prossime settimane potrebbero passare in zona arancione anche altre regioni al momento in fascia gialla: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Trento e Piemonte. In Sicilia altri 42 Comuni in zona arancione.

LIGURIA - In Liguria, al momento, il tasso di occupazione della terapia intensiva è del 20% (il limite per il passaggio in arancione), mentre i reparti ordinari hanno già superato la soglia d’allerta attestandosi al 34%. Il passaggio in zona arancione potrebbe avvenire, dunque, lunedì 17 gennaio. "Nonostante la grande circolazione del virus di questi giorni - ha commentato il governatore Toti - grazie alla gigantesca campagna vaccinale e all'enorme sforzo di tutti gli operatori sanitari, il sistema ligure sta dando prova di reggere all'urto del Covid: siamo in una situazione comunque complessa vista la grande circolazione del virus. La speranza è che con le disposizioni governative in vigore da lunedì e con l'introduzione dell'obbligo vaccinale per gli over 50 si inverta la tendenza".

42 COMUNI IN SICILIA - In Sicilia sono altri 42 i Comuni dichiarati 'zona arancione' da domenica, 9 gennaio, fino a mercoledì 19 gennaio compreso. Lo prevede l'ordinanza firmata dal presidente della Regione Nello Musumeci, su proposta del dipartimento regionale Asoe, per contenere i contagi da Coronavirus nei territori coinvolti.  La 'zona arancione' è attualmente in vigore fino al 12 gennaio anche in altri quattro Comuni: Caronia e Santa Lucia del Mela nel Messinese; Ribera nell'Agrigentino;  Gravina nel Catanese.

E la Lombardia?

Sono 18.667 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore in Lombardia, praticamente una persona su quattro (il 24,9%), rispetto ai 74.926 tamponati. I decessi sono stati 59; 105 sono stati i ricoveri in più negli ospedali (in totale i posti letto per Covid sono 2.624) e solo 5 gli ingressi in più in terapia intensiva, dove i ricoverati per complicanze derivate dal virus sono 234. Un quadro che permane quindi ancora piuttosto serio. Fortunatamente il 95,1% di chi ha più di 50 anni, pari a 4.308.546 cittadini, ha ricevuto almeno una dose di vaccino rende noto l'assessorato regionale al Welfare, spiegando che il 93,4% della popolazione di quella fascia d'età - che secondo l'Istat sul territorio lombardo conta 4.531.914 persone - ha concluso il ciclo primario, mentre 2.856.605 hanno già ricevuto la dose booster. Restano senza copertura vaccinale 223.368 over 50, ma di questi 12.478 hanno già prenotato la vaccinazione.

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Solo oggi, dopo il decreto del 5 gennaio che introduce l'obbligo vaccinale per questa categoria, le richieste per la somministrazione della prima dose da parte degli ultracinquantenni sono state 2.742 (dati aggiornati alle 16). Ma la pandemia e in particolare la variante Omicron stanno avendo conseguenze negative anche sul versante della scuola. "Visto che, a quanto dicono gli esperti, non siamo ancora arrivati al picco di contagi di questa variante omicron, credo che se non siamo passati alla dad per scelta, ci arriveremo per necessità" ha sottolineato  il presidente lombardo dell'Associazione nazionale presidi, Matteo Loria, a proposito della decisione del governo di non riaprire le scuole con la didattica a distanza. "Lunedì, quando riapriranno gran parte delle scuole lombarde - ha aggiunto - sarà come andare alle Termopili".

Quando si passa in zona gialla e le regole

Tre sono i parametri che determinano il colore della regione: incidenza, occupazione dei posti letto in area medica (ricoveri ordinari) e occupazione delle rianimazioni (terapie intensive). Perché scatti la zona gialla devono essere contemporanemanete superate tre soglie limite: 50 casi per 100mila abitanti per quanto riguarda l'incidenza: soglia superata in tutte le regioni; 15% di posti letto occupati in area medica e il 10% di posti letto occupati in terapia intensiva. 

LE REGOLE - Tra zona bianca e zona gialla le differenze sono state sostenzialmente azzerate dai decreti varati dal governo nell'ultimo mese per fronteggiare la diffusione della variante Omicron. Dal punto di vista pratico, infatti, il passaggio non cambia molto in quanto l'obbligo di mascherina anche all'aperto è già in vigore in tutto il Paese e il limite delle 4 persone al tavolo è stato superato dall'obbligo di Super green pass per bar e ristoranti. 

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Per passare da giallo ad arancione devono essere superate tutte e tre le seguenti soglie: l'incidenza sfora i 150 casi per 100mila abitanti; la percentuale di posti letto nelle terapie intensive va oltre il 20%; il tasso di ricoveri in area medica supera il 30%.

LE REGOLE - Le restrizioni della zona arancione non riguardano chi possiede il super Green pass (si ottiene con la vaccinazione o la guarigione), ma sono dirette ai non vaccinati.  Per chi non ha il green pass, gli spostamenti con mezzo proprio verso altri comuni della stessa Regione o verso altre Regioni/P.A. sono consentiti solo per lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune (con autocertificazione). Restano consentiti invece gli spostamenti da comuni di massimo 5.000 abitanti, verso altri comuni entro i 30 km, eccetto il capoluogo di provincia. È vietato l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi). Fino al 10 gennaio, quando sarà vietato in tutta Italia, è vietato l'accesso a bar e ristoranti sia al bancone sia ai tavoli (anche all'aperto) e a centri benessere, termali e parchi tematici, palestre, piscine, musei, mostre e cinema. Chi ha il green pass base (tampone negativo): è vietato l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi), l'effettuazione di corsi di formazione in presenza e la pratica di sport di contatto all'aperto.