West Nile, come funziona sorveglianza in Lombardia. Cosa sapere sulla Febbre del Nilo

In Regione è presente un'attività di sorveglianza che ha l'obiettivo di evidenziare precocemente la circolazione del virus a livello ambientale, prima della comparsa di infezione o malattia nell'uomo. "Niente allarmismi ma monitorare"

Incubo West Nile virus

Incubo West Nile virus

Milano - Sul fronte della "West Nile Disease" (febbre del Nilo) in Lombardia è presente un'attività di sorveglianza che ha l'obiettivo di evidenziare precocemente la circolazione del virus a livello ambientale, prima della comparsa di infezione o malattia nell'uomo. Lo rende noto l'assessorato al Welfare dopo i primi casi registrati nella regione nel 2022. Tramite il monitoraggio vengono allertati i Dipartimenti Medici e i Centri Sangue per attivare l'attività di sorveglianza e prevenzione su forme cliniche nell'uomo e sulle donazioni di sangue e organi. Nei giorni scorsi un uomo di 83 anni è morto in Veneto per una grave forma di encefalite dovuta al virus West Nile, cui era risultato positivo. "Anche se si tratta di un'attività avviata da anni, è fondamentale poter contare su unità operative che monitorano quotidianamente, e giocando d'anticipo, potenziali situazioni di criticità" sottolinea la vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti. «Non solo è un'attività di ricerca di alto profilo - spiega - ma si viene a concretizzare anche quello schema di collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale che è uno dei punti qualificanti della riforma della nostra legge regionale sulla Sanità".

Come avviene l'infezione

Il virus viene trasmesso all'uomo tramite la puntura di zanzare che si sono infettate con il sangue di uccelli infetti. Le zanzare sono i vettori della malattia verso l'uomo e altre specie animali, come il cavallo. Questi non sono in grado di trasmettere l'infezione. Tra gli effetti dell'infezione c'è il rialzo termico ma anche forme più gravi di encefalomieliti e sintomatologie neurologiche e, in alcuni casi, la morte.

La sorveglianza 

L'attività di controllo mira a verificare la presenza del virus nel territorio attraverso una sorveglianza entomologica sulle zanzare, una sorveglianza su avifauna selvatica e sorveglianza su equidi. Queste di integrano con la sorveglianza di forme neuro-invasive nell'uomo e sui donatori. Il monitoraggio ha determinato una riduzione del numero degli esami di laboratorio necessari per verificare lo stato sanitario dei donatori, con un risparmio annuo di circa 1,2 milioni di euro. 

Pregliasco: no allarmismi ma serve monitoraggio

"Il virus West Nile lo conosciamo già, da anni si è fatto strada nel Nord Italia: nel 75% dei casi l'infezione è asintomatica e quasi tutta la quota restante è rappresentata da forme simil-influenzali. L'encefalite può insorgere nell'1% dei casi, la morte può arrivare nello 0,1%. Questo dicono le statistiche", sottolinea all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente UniMi e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi.  L'agente patogeno della cosiddetta febbre del Nilo occidentale "ha come serbatoio gli uccelli - ricorda - ma anche alcuni mammiferi come i cavalli. Il vettore sono le zanzare che in questo momento di caldo umido si stanno replicando molto", evidenzia l'esperto.  Pregliasco rassicura: "Non ci sono motivi di allarme, ma sono importanti un monitoraggio in ottica One Health, che combina l'attenzione alla salute dell'uomo con quella alla salute veterinaria, e le azioni di bonifica".